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Attacco al resort in Egitto

- Ansa/red

Il Cairo – Cercava i turisti stranieri l’attentator­e che ieri ha accoltella­to sei persone a Hurghada, sulla sponda egiziana del Mar Rosso. Due (tedesche) sono morte, altre quattro sono rimaste ferite. L’attacco è stato condotto in un resort da un ventenne arrivato a nuoto sulla spiaggia, che è riuscito a colpire le turiste, prima di venire fermato e arrestato. La dinamica dell’attacco ha ricordato quella di Sousse in Tunisia nel giugno del 2015, quando il bilancio di vittime fu ben più grave: 38 turisti uccisi da un terrorista giunto anch’egli dal mare. «Non voglio gli egiziani, non è voi che cerchiamo», avrebbe urlato in arabo l’assalitore secondo quanto ha raccontato un testimone. Frasi che, se confermate dagli inquirenti che lo hanno interrogat­o per ore, potrebbero avallare la pista jihadista. Da anni l’Isis e gruppi terroristi affiliati sollecitan­o militanti e adepti a colpire il più alto numero di “infedeli” nelle località turistiche egiziane, consapevol­i del danno di immagine e dunque economico inferto al Paese. Le autorità locali, forse per ridurre i contraccol­pi sul turismo, hanno ipotizzato che l’azione possa essere stata una rapina finita nel sangue, ma la realtà sembra essere un’altra. Al Sunny Days Palacio resort non ha insospetti­to nessuno l’arrivo del giovane, vestito con una t-shirt nera e jeans. Poi è accaduto tutto in un attimo: l’assalitore si è introdotto nell’hotel con un coltello ed è riuscito a colpire almeno sei turiste prima di essere bloccato. L’attacco di Hurghada è seguito di poche ore a quello condotto in mattinata alla periferia del Cairo vicino alle Piramidi – altro luogo simbolo dell’Egitto e meta di turisti da tutto il mondo –, con un bilancio di cinque poliziotti uccisi, e non ancora rivendicat­o.

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KEYSTONE La guardia all’hotel

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