Torture ed esecuzioni sommarie nella Mosul ‘liberata’
Baghdad/Beirut – La vendetta non ha tardato ad arrivare. La sconfitta subita a Mosul è costata ai miliziani dell’Isis (veri o presunti) torture, esecuzioni sommarie, violenze di ogni tipo. A testimoniare il selvaggio contrappasso, dopo tre anni di occupazione della città da parte del “Califfato”, sarebbero diversi video diffusi sui social media, che mostrano prigionieri picchiati selvaggiamente e torturati, alcuni gettati da una rupe, sui quali i governativi infieriscono poi con raffiche di mitragliatrice, uno giustiziato sommariamente dopo essere stato fatto inginocchiare. Il governo iracheno (a guida sciita) ha risposto alle accuse, nel tentativo di impedire nuove rappresaglie che contribuirebbero a esacerbare ulteriormente le tensioni interconfessionali. «Le persone responsabili di questi atti devono essere portate davanti alla giustizia, se i video risulteranno autentici», ha affermato un portavoce del ministero dell’Interno. Ma Human Rights Watch (Hrw) ha già denunciato il ricorso a “punizioni collettive”, quali la deportazione e l’internamento in un “campo di riabilitazione”, a una ventina di chilometri da Mosul, di almeno 170 famiglie, compresi i bambini, di presunti membri dello Stato Islamico. «Queste violazioni sono considerate crimini di guerra che possono minare gli sforzi per incoraggiare la riconciliazione nelle aree strappate all’Isis», ha affermato Lama Faqih, viceresponsabile di Hrw per il Medio Oriente. Le nuove denunce seguono di pochi giorni quelle già avanzate da Amnesty International, che in un rapporto accusava le forze irachene e l’aviazione della Coalizione internazionale a guida Usa di possibili “crimini di guerra” per i bombardamenti in aree densamente popolate di Mosul ovest, che potrebbero avere provocato migliaia di vittime civili. La Coalizione e il governo di Baghdad hanno respinto le accuse. Ma Amnesty ha insistito, affermando che è necessaria “una pronta e imparziale inchiesta” in merito agli episodi denunciati. Va da sé che non avverrà.