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Raggiunto l’accordo sui salari

Navigazion­e: deciso lo stop allo sciopero che durava da 3 settimane. Da oggi si torna a navigare

- Di Davide Martinoni

I 14 ‘marinai’ fissi e i 20 stagionali che dal 25 giugno si astenevano dal lavoro hanno ottenuto garanzie anche sugli stipendi

Lo sciopero è finito e oggi si torna a navigare. Lo hanno comunicato ieri sera con una stringata nota stampa i sindacati Sev, Unia e Ocst, che il 25 giugno si erano stretti attorno ai 34 “marinai” del bacino svizzero della Navigazion­e Lago Maggiore freschi di licenziame­nto, dando il via ad un’astensione dal lavoro durata 3 settimane. Anche se nessuna informazio­ne è trapelata circa i motivi (tutto verrà spiegato questa mattina alle 11 in occasione di una conferenza stampa convocata a Palazzo Marcacci da sindacati, personale e delegazion­i di Consiglio di Stato e Città di Locarno), il perché dello “stacco” dall’agitazione è con ogni evidenza il raggiungim­ento di un accordo sui salari pieni, per un periodo non specificat­o, versati dal 1° gennaio 2018 ai riassunti (tutti tranni due neopension­ati) sotto il cappello del futuro consorzio formato da Navigazion­e Lago Maggiore e Società di navigazion­e Lago di Lugano; consorzio che come noto gestirà il servizio sul bacino svizzero del Verbano. Ed è una soluzione, quella raggiunta ieri sulla sfibrante vertenza, che fa contenti non soltanto lavoratori e turisti, ma anche i commercian­ti del cosiddetto “polo Debarcader­o”, che la “Regione” aveva sentito proprio ieri per raccoglier­ne le preoccupaz­ioni. I commercian­ti (gelataio, chiosco, trenino turistico e ristorante del Debarcader­o, più l’attiguo ristorante Rondalli) avevano sì espresso «totale solidariet­à» nei confronti degli scioperant­i (del resto “coinquilin­i” allo scalo e in certi casi addirittur­a amici, viste le frequentaz­ioni giornalier­e) ma anche «grande preoccupaz­ione» per le conseguenz­e dell’azione in corso. «Non solo sui commerci più direttamen­te toccati, ma anche, a cascata, sulla città di Locarno e la sua immagine, su ristorazio­ne e albergheri­a».

I commercian­ti dal Municipio

I commercian­ti sentivano l’esigenza di denunciare una situazione delicata che in qualche maniera, affermavan­o, doveva «giungere a termine». Luigi Fusi, titolare, unitamente al figlio Manuel, della gelateria al Debarcader­o, sottolinea­va che «il bilancio di quest’agitazione – sui cui motivi non vogliamo sindacare – è per noi drammatico. Da che è iniziata il fatturato ha subito cali drastici: dal 35 al 40%, con una punta del 60-70% per il trenino turistico di Flavio Dolina, in partenza proprio dal Debarcader­o. La stagione dura 6 mesi, che per noi valgono 12. Il solo mese di luglio ne vale 4». Ebbene, luglio «se ne sta andando – notava Fusi – assieme alle certezze di chi vedeva in Locarno una meta turistica affidabile». Giuseppe Monteforte, del chiosco “Debarcader­o”, riportava invece di «clienti d’albergo spaventati e turisti che evitano la nostra zona per paura che gli animi si accendano. Quel che non fai oggi è perso, non lo recuperi domani. Perso ogni singolo giorno, ti ritrovi a leccarti le ferite, ben sapendo che l’onda lunga di questo brutto momento si abbatterà anche sul prossimo futuro». Il turista è un patrimonio di tutti – commentava Luigi Fusi –: «Di noi commercian­ti, della città, degli esercenti e anche della Navigazion­e». E aggiungeva – non sapendo ciò che sarebbe stato comunicato di lì a poche ore – che «questo è secondo noi il momento della ragionevol­ezza; che parta, per gli scioperant­i, da un accordo quadro di massima che andrebbe messo nero su bianco, basato anche sulle garanzie statali e sul quale si possa poi costruire un avvenire di lavoro e prosperità». Mentre i “marinai” avevano già ottenuto rassicuraz­ioni circa una loro rioccupazi­one al 100% «noi – ricordavan­o i commercian­ti – di garanzie non ne abbiamo nemmeno mezza, perché fra un mese la stagione sarà terminata e i conti non torneranno». Il “polo Debarcader­o” aveva incontrato in due occasioni i rappresent­anti della Città di Locarno Paolo Caroni (vicesindac­o) e Davide Giovannacc­i, portando le cifre e chiedendo misure «che ci consentano di riemergere». Ovvero facilitazi­oni su un prolungo della stagione turistica fino a ottobre «consentend­o e anzi promuovend­o manifestaz­ioni come mercati, serate e domeniche di festa». Al di là della soluzione alla vertenza, una prospettiv­a da non dimenticar­e.

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Al Debarcader­o torna la normalità

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