Raggiunto l’accordo sui salari
Navigazione: deciso lo stop allo sciopero che durava da 3 settimane. Da oggi si torna a navigare
I 14 ‘marinai’ fissi e i 20 stagionali che dal 25 giugno si astenevano dal lavoro hanno ottenuto garanzie anche sugli stipendi
Lo sciopero è finito e oggi si torna a navigare. Lo hanno comunicato ieri sera con una stringata nota stampa i sindacati Sev, Unia e Ocst, che il 25 giugno si erano stretti attorno ai 34 “marinai” del bacino svizzero della Navigazione Lago Maggiore freschi di licenziamento, dando il via ad un’astensione dal lavoro durata 3 settimane. Anche se nessuna informazione è trapelata circa i motivi (tutto verrà spiegato questa mattina alle 11 in occasione di una conferenza stampa convocata a Palazzo Marcacci da sindacati, personale e delegazioni di Consiglio di Stato e Città di Locarno), il perché dello “stacco” dall’agitazione è con ogni evidenza il raggiungimento di un accordo sui salari pieni, per un periodo non specificato, versati dal 1° gennaio 2018 ai riassunti (tutti tranni due neopensionati) sotto il cappello del futuro consorzio formato da Navigazione Lago Maggiore e Società di navigazione Lago di Lugano; consorzio che come noto gestirà il servizio sul bacino svizzero del Verbano. Ed è una soluzione, quella raggiunta ieri sulla sfibrante vertenza, che fa contenti non soltanto lavoratori e turisti, ma anche i commercianti del cosiddetto “polo Debarcadero”, che la “Regione” aveva sentito proprio ieri per raccoglierne le preoccupazioni. I commercianti (gelataio, chiosco, trenino turistico e ristorante del Debarcadero, più l’attiguo ristorante Rondalli) avevano sì espresso «totale solidarietà» nei confronti degli scioperanti (del resto “coinquilini” allo scalo e in certi casi addirittura amici, viste le frequentazioni giornaliere) ma anche «grande preoccupazione» per le conseguenze dell’azione in corso. «Non solo sui commerci più direttamente toccati, ma anche, a cascata, sulla città di Locarno e la sua immagine, su ristorazione e albergheria».
I commercianti dal Municipio
I commercianti sentivano l’esigenza di denunciare una situazione delicata che in qualche maniera, affermavano, doveva «giungere a termine». Luigi Fusi, titolare, unitamente al figlio Manuel, della gelateria al Debarcadero, sottolineava che «il bilancio di quest’agitazione – sui cui motivi non vogliamo sindacare – è per noi drammatico. Da che è iniziata il fatturato ha subito cali drastici: dal 35 al 40%, con una punta del 60-70% per il trenino turistico di Flavio Dolina, in partenza proprio dal Debarcadero. La stagione dura 6 mesi, che per noi valgono 12. Il solo mese di luglio ne vale 4». Ebbene, luglio «se ne sta andando – notava Fusi – assieme alle certezze di chi vedeva in Locarno una meta turistica affidabile». Giuseppe Monteforte, del chiosco “Debarcadero”, riportava invece di «clienti d’albergo spaventati e turisti che evitano la nostra zona per paura che gli animi si accendano. Quel che non fai oggi è perso, non lo recuperi domani. Perso ogni singolo giorno, ti ritrovi a leccarti le ferite, ben sapendo che l’onda lunga di questo brutto momento si abbatterà anche sul prossimo futuro». Il turista è un patrimonio di tutti – commentava Luigi Fusi –: «Di noi commercianti, della città, degli esercenti e anche della Navigazione». E aggiungeva – non sapendo ciò che sarebbe stato comunicato di lì a poche ore – che «questo è secondo noi il momento della ragionevolezza; che parta, per gli scioperanti, da un accordo quadro di massima che andrebbe messo nero su bianco, basato anche sulle garanzie statali e sul quale si possa poi costruire un avvenire di lavoro e prosperità». Mentre i “marinai” avevano già ottenuto rassicurazioni circa una loro rioccupazione al 100% «noi – ricordavano i commercianti – di garanzie non ne abbiamo nemmeno mezza, perché fra un mese la stagione sarà terminata e i conti non torneranno». Il “polo Debarcadero” aveva incontrato in due occasioni i rappresentanti della Città di Locarno Paolo Caroni (vicesindaco) e Davide Giovannacci, portando le cifre e chiedendo misure «che ci consentano di riemergere». Ovvero facilitazioni su un prolungo della stagione turistica fino a ottobre «consentendo e anzi promuovendo manifestazioni come mercati, serate e domeniche di festa». Al di là della soluzione alla vertenza, una prospettiva da non dimenticare.