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Quando c’era la musica

Il centro di Lugano si svuota dei suoi commerci più prestigios­i e fatica a trovare degni sostituti che abbiano a cuore la volontà di offrire un valore aggiunto. L’ultimo caso, emblematic­o è l’Alhambra Music, un negozio radicato nella storia, gestito per i

- Di Guido Grilli

Chiude un altro negozio storico a Lugano. E la musica – perché di questa ci apprestiam­o a parlare – rischia di non essere più la stessa. Il centro si svuota dei suoi commerci più preziosi e fatica a trovare degni sostituti che abbiano a cuore la volontà di offrire un valore aggiunto. Al tramonto di un negozio che per decenni ha veicolato cultura, si prenotano all’orizzonte anonime boutique, attività di cosmetica, tatuaggi, persino canapai. È quanto sta accadendo in Corso Pestalozzi, dove a fine luglio e «a malincuore» se ne andrà per sempre Alhambra Music, l’ultimo negozio specializz­ato di Cd, soprattutt­o di classica (il penultimo presente in Ticino, dopo By Pinguis di Bellinzona). La titolare, Rita De Marchi, lascia dopo mezzo secolo di incessante passione che coincide, fatalmente, con una battuta d’arresto epocale, quella del compact disc, sempre più destinato a cedere il passo a internet e alle vendite online. «Volevo smettere a fine aprile, poi non ce l’ho fatta. Ma ora ho deciso: chiuderò a fine luglio», dichiara Rita De Marchi. «Chiudo per raggiunti limiti di età, e poi perché dopo 50 anni di lavoro ho voglia di avere più tempo per seguire concerti, per fare le cose alle quali ho rinunciato, anche se quello a cui ho rinunciato coincide con quanto di più ho amato, la musica». Per la titolare il cliente non è mai stato un numero. Sono venuti da ogni dove. In molti le hanno chiesto di «trovare una musica per loro». E Rita De Marchi ha assecondat­o il sogno e ritiene di esserci riuscita molte volte. La negoziante non solo ha venduto dischi e Cd, ma ha promosso la musica, ne ha proliferat­o il canto, informando la clientela su concerti in agenda nella regione: dal Conservato­rio all’Orchestra della Svizzera italiana, ai diversi festival locali; dalla Primavera concertist­ica agli eventi di singoli musicisti. La sua carriera è lunga, ininterrot­ta e notevole. «Ho iniziato a 14 anni al Cometta Dischi (storico negozio di musica a Lugano, ndr) dove ho lavorato 25 anni. Poi, siccome Cometta stava per chiudere, ho aperto l’Alhambra Music, dove lavoro da 25 anni, raggiunti lo scorso 18 marzo. Ho creato il negozio da sola dal nulla. Ho investito parecchi soldi. Non rimpiango questa esperienza. Lo rifarei: è stato comunque bello, ci sono stati momenti anche difficili come in qualsiasi campo, però si hanno delle soddisfazi­oni, ci sono state persone veramente speciali, con le quali ho stabilito contatti, un aspetto per me importante. A me piace conoscere, scoprire, e con certi clienti, intenditor­i di musica, ho scovato tanti Cd inaspettat­i».

Canapai, anonime boutique, tatuaggi: ecco chi ambisce a mettersi in vetrina dopo un progetto culturale

Può svelare qualche celebrità entrata nel suo negozio? «Parecchi. Ricordo il cantante lirico Salvatore Licitra, i fratelli Capucon e tanti altri ancora». Se la musica si rintraccia sempre di più sul web, per i negozianti è dura. «È vero che la moderna tecnologia offre la possibilit­à di scaricare dal web tutta la musica possibile e inimmagina­bile, però il servizio offerto da un negoziante specializz­ato che propone un Cd, oltre alla musica, un’ampia documentaz­ione, è tutt’altra cosa. Per me è anche importante il contatto umano che purtroppo sta scomparend­o» assicura Rita De Marchi. Dunque Alhambra Music si è salvato come negozio di nicchia? «È sempre stato piuttosto esclusivo. Io ho sempre voluto avere cose speciali nel negozio: quel che rimane ora» – dice indicando gli scaffali ormai semivuoti in questi ultimi giorni di vendita – non sono fondi di magazzino, ma il risultato di scelte e ricerche accurate. Ultimament­e le vendite si sono ridotte di molto. Sono comunque sempre riuscita a farcela da sola, anche se alla fine con fatica». Lugano si sta spogliando di negozi specializz­ati e la cultura del commercio si sta svalutando. «È un vero peccato» sottolinea Rita De Marchi. «Tanti bellissimi negozi hanno già chiuso, tanti altri sono in procinto di cessare l’attività. Lugano è bella, ma si dovrebbero sostenere i piccoli commerci specializz­ati, dove i gerenti e i commessi danno un servizio più accurato e Lugano si fa più caratteris­tica». Alhambra Music ha sede in uno stabile di proprietà della Fondazione Pasquale Lucchini. Cosa ne sarà ora di questo spazio? «Non saprei. Ma sarei felice se entrasse qualcuno che ama il negozio quanto l’ho amato io, capace di dare il cuore, di offrire un’attività duratura e una proposta culturalme­nte valida». Il sogno di Rita De Marchi sarebbe stato quello di poter passare il testimone a qualcuno intenziona­to a rilevare la sua attività. «Per tre anni ho tentato di trovare un successore, ma purtroppo senza esito. E quindi mi sono rassegnata. Avrei preferito che andasse avanti. Dopo il By Pinguis non rimarrà più nessuno. In molti mi chiedono dove in futuro potranno andare a comprare un Cd di classica». Adesso, Rita De Marchi, sa che presto potrà andare ai concerti. «Sentire la musica, che mi ha dato e mi darà ancora tanto…». E di un aspetto si dice convinta: che in tanti anni con la musica, il lavoro «non è stato tempo perso».

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TI-PRESS/FOTOSERVIZ­IO GABRIELE PUTZU Svendita per cessata attività. Il negozio chiude a fine luglio, la titolare Rita De Marchi sorride, ‘ma non parto a cuor leggero’

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