Città turistica non è un ‘label’
Lugano avrà risposte più chiare con l’entrata in vigore della nuova legge cantonale sui negozi
La perla del Ceresio Cenerentola dello status di località vacanziera? Un ambito che permane complesso. Ma per poco.
Perché Morcote, Locarno e Ascona sì e Lugano no? Pare, infatti, che, «se per l’immaginario collettivo la perla del Ceresio è, per anotonomasia, una città turistica, di fatto sembra non rivesta tale ‘status’». A evidenziarlo in un’interrogazione al Municipio erano stati i consiglieri comunali Sara Beretta Piccoli (Ppd) e Stefano Gilardi (Lega dei Ticinesi). Ieri la risposta dell’Esecutivo. «Città turistica non è uno status, un titolo o un ‘label’ ottenibile con riferimento a una base giuridica specifica» mette subito le mani avanti il sindaco Marco Borradori. Un ambito che viene, dunque, definito «complesso, anche a causa dell’intrecciarsi di basi legali federali e cantonali che rispondono a imperativi diversi in un contesto in costante evoluzione». Il Municipio elenca perciò i vari riferimenti giuridici, a cominciare dall’Ordinanza federale sulla Legge sul lavoro 2 e i criteri specificati dalla Segreteria di Stato dell’economia. Ad avere peso è, inoltre, in questi ultimi anni la nuova legge cantonale sull’apertura dei negozi, votata e approvata dalla popolazione il 28 febbraio 2016. «Con l’entrata in vigore, verosimilmente nel corso del prossimo anno – annota l’Esecutivo luganese – questa legge diverrà il principale quadro di riferimento per le aperture dei negozi in Ticino». Secondo Borradori, dunque, «rispettando i paletti imposti dal diritto federale e nel rispetto delle esigenze e degli interessi di tutte le parti coinvolte, la legge cantonale sull’apertura dei negozi offre una regolamentazione più chiara e coerente con la legislazione federale sul lavoro, e diminuisce la necessità di far capo a deroghe dipartimentali». Sarà tale regolamento, infatti, che dovrà chiarire in che modo la Città di Lugano (o parti del suo territorio) sarà considerata ‘località turistica’. Ma oltre alla nozione di località turistiche – preme sottolineare al Municipio cittadino – un altro concetto non va non ricordato, ovvero quello di località di confine, «che se soddisfatto – si puntualizza nel messaggio – permette aperture agevolate in base a una deroga di legge (come è il caso per le località turistiche) per negozi i cui prodotti rispondono principalmente ai bisogni dei viaggiatori e con una superficie inferiore ai 120 metri quadrati. Nel caso di Lugano potrebbe a questo punto entrare in linea di conto come località di confine il quartiere di Gandria. L’amministrazione comunale, infine, ricorda che la nuova legge continuerà a prevedere deroghe in caso di esposizioni, manifestazioni culturali, popolari o sportive, inaugurazioni, anniversari ecc.