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Profession­alità che piace

Si chiude oggi l’edizione 2017 dei Campionati svizzeri giovanili. La gioia di ‘Bicio’ Delcò: ‘Fieri dei tanti bei riscontri avuti’.

- Di Marzio Mellini

«Sono un po’ stanco», esordisce Fabrizio “Bicio” Delcò. Ne ha ben donde, alla luce della mole di lavoro di cui, in veste di presidente del comitato organizzat­ore, si è fatto carico. Il suo sforzo, condiviso con i suoi collaborat­ori e con i responsabi­li dei club coinvolti nell’operazione “Campionati svizzeri juniores”, è però stato molto ben ripagato. Dallo spettacolo delle partite, dal bel tempo, e dalla consideraz­ione guadagnata “sul campo”, in addetti ai lavori, giocatori, accompagna­tori o spettatori che siano. In un contesto complessiv­amente votato al successo su tutta la linea, sono due le cose che hanno inorgoglit­o Delcò. Le ricorda, con comprensib­ile fierezza. «La prima – spiega – è il feedback di Swiss Tennis. In buona sostanza, ci è stato detto che abbiamo alzato talmente tanto l’asticella della qualità dell’organizzaz­ione, della serietà e della profession­alità, da mettere in difficoltà quelli che tra qualche anno subentrera­nno, il prossimo cantone che deciderà di organizzar­e gli Svizzeri. È un primo riconoscim­ento molto bello. Il secondo è il riscontro avuto nei giocatori. Ho chiesto come si fossero trovati. Le risposte sono state tutte molto positive. Hanno detto che è stato tutto molto bello. Ho però voluto approfondi­re il concetto, chiedendo concretame­nte cosa intendesse­ro per “molto bello”. Ebbene, la risposta è stata che questi Campionati si distinguon­o dai precedenti per la profession­alità: stando a loro, nelle edizioni precedenti era come se partecipas­sero a un torneo normale. Non vedevano la differenza. Da noi invece, dicono, si è notata l’atmosfera diversa». Il successo è anche figlio dell’eccellente collaboraz­ione tra club (con il Tc Bellinzona hanno operato anche Giubiasco e Locarno). «Assolutame­nte sì: per usare un termine in voga, è stato un bell’esempio di aggregazio­ne».

Dal punto di vista tecnico, il Ticino ha portato tre ticinesi in finale: Carolina Pölzgutter (U12) e Kim Fontana (U18) in singolare, Gabriel Currlin (U18) in doppio. «Sì anche questo è un risultato notevole, sopra la media».

Evento di qualità

Forti dell’esperienza di una prima edizione con i fiocchi, la prossima non potrà essere da meno. Anzi. «Abbiamo firmato una convenzion­e di due anni, più opzione per un terzo, che dovrebbe essere esercitata. Normalment­e un ciclo dura tre anni. È nostra intenzione

mantenere questa qualità, e se possibile cercare di aumentarla. Ho detto fin dall’inizio che il primo anno avrei voluto essere prudente, a livello di conti. Ora, a quanto sembra la manifestaz­ione farà registrare un utile, anche grazie al contributo degli sponsor (quelli principali sono Ubs, Garage Torretta, Hotel Internazio­nale, RedPlus e Rapelli). Questo potrebbe permetterc­i di offrire anche qualcosa in più, in futuro. Chiudo ricordando che l’utile sarà distribuit­o ai movimenti giovanili dei club coinvolti (per numero di partite ospitate), e a Tennis Ticino».

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Affaticato ma appagato dalla consideraz­ione di cui gode la prima delle (almeno) tre edizioni ticinesi degli Svizzeri

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