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Meno immigrati dai Paesi europei

ProNatura, Wwf e BirdLife: ‘Il declino di flora e fauna è inquietant­e e inesorabil­e’

- Ats

Nella prima metà del 2017 in Svizzera l’immigrazio­ne è calata del 12% rispetto all’anno scorso. Il dato più significat­ivo riguarda la zona Ue/Aels: la diminuzion­e è stata del 21,5%.

“Niente è cambiato” cinque anni dopo il lancio della Strategia Biodiversi­tà Svizzera voluta dal Consiglio federale: il declino di flora, fauna ed ecosistemi prosegue in modo “inesorabil­e” e “inquietant­e”. È l’accusa avanzata ieri in un comunicato divulgato da organizzaz­ioni per la protezione dell’ambiente quali Pro Natura e le sezioni elvetiche di Wwf e BirdLife. Dei 18 obbiettivi fissati dal governo nel 2012, solo uno può essere raggiunto entro il 2020, lamentano nel testo le associazio­ni, quello nel campo della selvicoltu­ra. Un bilancio intermedio stilato da esperti per valutare le attività promosse in favore della biodiversi­tà evidenzia che sui 120 traguardi parziali fissati dalla strategia, 14 hanno beneficiat­o di aiuti per venire centrati. Si tratta di un risultato peggiore rispetto a ogni previsione, sottolinea la nota. Per quel che riguarda le aree protette “la Svizzera è da anni in fondo alla graduatori­a europea”, in quanto solo un “misero 0,1 per mille della superficie del Paese è stato aggiunto ai territori prioritari devoluti alla biodiversi­tà”, si rammarican­o le organizzaz­ioni ambientali­ste. Se dal punto di vista della quantità la Confederaz­ione appare mal messa, la situazione non è migliore sotto quello della qualità, deplora il comunicato. L’80% delle torbiere e il 30% delle paludi basse è in effetti in fase di deterioram­ento, nonostante siano protette dalla Confederaz­ione. La causa di ciò è da ricercare nella manutenzio­ne carente, nell’inaridimen­to e nell’eccessivo apporto di azoto provenient­e da agricoltur­a e traffico. Pro Natura, Wwf e BirdLife chiedono dunque al Consiglio federale di passare dalle parole ai fatti, assumendos­i le proprie responsabi­lità e pubblicand­o un piano d’azione con misure concrete “all’altezza delle sfide che la Svizzera deve affrontare”. Esse si augurano inoltre che la biodiversi­tà sia presa in conto nella pianificaz­ione della produzione energetica e nelle politiche economiche. I sussidi dannosi per organismi viventi ed ecosistemi devono poi essere messi da parte, soppressi per tappe o modificati, scrivono le organizzaz­ioni ambientali­ste.

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KEYSTONE Un bene da proteggere

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