Romero e Landau, addio a due grandi da B-movie e serie
Sono morti il regista George Romero e l’attore Martin Landau
Hanno innovato, dal basso, il mondo dell’audiovisivo: Romero con i morti viventi e l’horror sanguinolento ma socialmente attento; Landau con le indimenticabili serie tv di ‘Mission: Impossible’ e ‘Spazio 1999’
‘La notte dei morti viventi’ del 1968 è il film che definisce un genere e lo rende cult. Il suo regista, George Romero, si è spento a Los Angeles all’età di 77 anni, lasciando in eredità un genere cinematografico cui ha di fatto dato i natali a partire proprio dalla sua trilogia dei ‘morti viventi’, che ha dettato lo standard per il cinema horror e che affonda le sue radici in una feroce critica sociale. È noto inoltre il sodalizio di Romero con Dario Argento, che ha portato a diverse collaborazioni. “Che grande dolore quando mi hanno chiamato per darmi la notizia. Era da un po’ di tempo che non stava bene, ma nulla faceva presagire una fine così” dice all’Ansa Argento che è stato coproduttore e ha lavorato alla sceneggiatura di ‘Zombi’ (‘Dawn of the Dead’ del 1978). “Ho conosciuto Romero in un ristorante a New York, ci presentò un amico. Ci legammo subito, misteriosamente, in un’amicizia molto importante da cui nacque ‘Zombi’. Cominciammo a dire ‘facciamo un film insieme’. Lui aveva un piccolo soggetto, ‘Zombi’ appunto, e andammo insieme a Pittsburgh dove viveva e dove c’era un suo amico che aveva un Mall, un enorme supermercato, e Romero voleva girare in quel posto. E infatti fece questo film anticonsumista, molto impegnato nel sociale” racconta il regista di ‘Profondo rosso’ e ‘Suspiria’. “Quelli di Romero erano diversi dagli altri horror sempliciotti. Dietro c’era un pensiero, un’idea” spiega Argento che invitò George “a scrivere Zombi a Roma, in un albergo vicino alla Bocca della Verità. Lo feci per staccarlo un po’ da tutte le ossessioni che aveva in America”. Zombi “è diventato poi un film storico. È stato copiato in tanti film, anche italiani, in telefilm, in serie tv, dappertutto. E questo era un suo piccolo cruccio, vedere Zombi scopiazzato senza essere riconosciuto” racconta Dario Argento. “Insieme abbiamo fatto anche il film in due episodi ‘Due occhi diabolici’ tratti da Edgar Allan Poe e fu un grande successo. Sul set venne a trovarmi Asia, era ancora piccola, e così conobbe Romero che poi pensò a lei quando fece il quarto film de ‘La notte dei morti viventi’. Mi chiamò perché c’era un personaggio adatto per Asia” spiega Argento che aveva sentito Romero abbastanza di recente. “Gli avevo chiesto se poteva venire a un festival ma mi disse che non era possibile, così comincia a capire che qualcosa non andava”. “Ci mancherà la sua inventiva, la sua intelligenza, la sua freschezza” sottolinea il regista che a Romero vorrebbe dedicare un omaggio. “Ho un’idea, adesso bisogna vedere se è realizzabile, se accettano di farla. Sarebbe quest’estate e all’estero”.
Martin Landau, dalla fantascienza all’Oscar con ‘Ed Wood’
Ieri è morto anche Martin Landau, 89 anni, mitico comandante Koenig della serie tv di fantascienza ‘Spazio 1999’, e premio Oscar nel 1995 come miglior attore non protagonista per il ruolo del sofferente Bela Lugosi nel film di Tim Burton ‘Ed Wood’. La sua carriera nel cinema è stata lunga: è cominciata presto ma i frutti sono stati raccolti dall’attore in tarda età. Nato a Brooklyn, il 20 giugno del 1928, figlio di Morris e di Selma Landau, coppia d’immigrati austriaci di origine ebraica, Martin aveva cominciato a lavorare giovanissimo. A 17 anni infatti già era entrato al ‘New York Daily News’ come fumettista e illustratore. Ma lui sognava una carriera diversa, voleva a tutti i costi diventare un attore. Così, a 23 anni debutta in un teatro del Maine e nel 1955 viene ammesso all’Actor’s Studio, la selettiva scuola di recitazione di Lee Strasberg. Solo lui e Steve McQueen erano passati all’audizione a cui avevano partecipato 2’000 aspiranti attori. Nel 1957 Martin sposa l’attrice Barbara Bain, con cui condivide la scena nel telefilm ‘Mission: Impossible’ (dal 1966 al 1969) che lo rende famoso. Sempre con sua moglie interpreta la serie tv di fantascienza ‘Spazio 1999’ (dal 1974 al 1977), dove finalmente riscuote una grande popolarità. Ma la carriera di entrambi gli attori non decolla e la serie di telefilm finisce. Landau accetta ruoli minori e partecipa a film di scarso successo, finché la sua carriera di attore subisce un’impennata. Martin ha compiuto sessanta anni, nel 1988, quando conquista un ruolo importante assieme a Jeff Bridges in ‘Tucker Un uomo e il suo sogno’ di Francis Ford Coppola. Arriva la nomination agli Oscar e vince finalmente un Golden Globe. L’anno successivo recita in ‘Crimini e misfatti’ insieme a Woody Allen.