laRegione

Argo 1, approfondi­menti sull’istanza di Blotti

Accesso alla documentaz­ione, la Gestione interpella il giurista del Gran Consiglio

- Di Andrea Manna

È sotto la lente del consulente giuridico del Gran Consiglio Tiziano Veronelli la richiesta avanzata dall’ex responsabi­le – in seno al Dipartimen­to sanità e socialità (Dss) – della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie Claudio Blotti di accedere alla documentaz­ione raccolta e prodotta dalla sottocommi­ssione parlamenta­re ‘Vigilanza’ in relazione all’affaire Argo 1, la ditta di sicurezza alla quale il Dss aveva affidato tramite mandato diretto la sorveglian­za di centri per asilanti dall’estate del 2014 al gennaio del 2017. A Veronelli, ma anche al segretario generale del parlamento Gionata Buzzini, si è rivolta la commission­e della Gestione, al cui interno era stata istituita la ‘Vigilanza’, dopo aver ricevuto nelle scorse settimane la domanda di Blotti, assistito dall’avvocato Luigi Mattei. Domanda che, stando sempre a quanto risulta alla ‘Regione’, si basa sulla Lit, la Legge sull’informazio­ne e sulla trasparenz­a dello Stato. «Abbiamo chiesto alla Consulenza giuridica del Gran Consiglio di fare degli approfondi­menti affinché la commission­e possa poi prendere posizione sull’istanza», conferma, senza aggiungere altro, la presidente della Gestione Pelin Kandemir Bordoli (Ps), da noi contattata. Dopo la pausa estiva la commission­e parlamenta­re deciderà quindi, alla luce anche del parere del consulente giuridico, quale seguito dare alla richiesta di Blotti, del cui inoltro avevano riferito ai primi di luglio ‘Ticinonlin­e’ e ‘Teleticino’. Sullo sfondo, il mandato milionario alla Argo 1, gestito, ha appurato il Controllo delle finanze, senza risoluzion­e governativ­a e senza rispettare la legge sulle commesse pubbliche. Davanti alla ‘Vigilanza’, coordinata dal capogruppo del Plr Alex Farinelli, il capo dell’Ufficio del sostegno sociale e dell’inseriment­o Renato Scheurer aveva detto di essere stato consapevol­e dal 2015, e con lui il suo allora diretto superiore, cioè Blotti, della mancanza della risoluzion­e del Consiglio di Stato. Sentito in precedenza dalla sottocommi­ssione, Blotti aveva invece sostenuto che non ci si era mai accorti di nulla. Versioni di segno opposto, anche se in seguito Scheurer, con una email, ha corretto il tiro: la ritrattazi­one al termine delle audizioni, compresa quella del direttore del Dss, svolte dalla ‘Vigilanza’.

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