Ipoteche a prezzi scontati
Stando al barometro Comparis.ch il costo dei mutui è ulteriormente sceso Potrebbero essere le ultime occasioni per sottoscrivere un debito immobiliare a tassi decisamente bassi prima del giro di boa al rialzo
Zurigo – I tassi delle ipoteche con durate fisse sono di nuovo leggermente scesi nel secondo trimestre: il costo di un mutuo a dieci anni si è attestato all’1,53%, contro l’1,59% dei primi tre mesi e l’1,62% dell’ultimo quarto del 2016. È quanto emerge dall’ultimo barometro ipoteche curato dal servizio di confronti internet Comparis.ch. La stessa evoluzione (1,09%, 1,12%, 1,14% negli ultimi trimestri) è stata osservata anche per la durata di 5 anni, e non molto diverso (0,96%, 1,02%, 1,02%) è stato pure l’andamento dell’ipoteca di un anno. Gli interessi per le durate fino a tre anni sono scesi per la prima volta in media sotto l’1%, sottolinea Comparis.ch. Per i mutui a dieci anni il minimo storico rimane invece quello registrato nell’autunno scorso: 1,45 per cento. Nel quarto trimestre 2016 i tassi erano tornati a salire, per poi arretrare di nuovo leggermente. Le dichiarazioni del presidente della Banca centrale europea (Bce) Mario Draghi, che il 27 giugno si è espresso positivamente sugli sviluppi economici nell’Eurozona, hanno portato alla fine del secondo trimestre a un piccolo recupero. Ciò nonostante i tassi rimangono molto
bassi. “Se si riesce a contrattare a dovere e ad apparire un cliente vantaggioso agli occhi della banca, attualmente è possibile stipulare un’ipoteca a tasso fisso della durata di dieci anni con un tasso dell’1,2%”, ritiene Marc Parmentier, esperto del settore bancario presso Comparis.ch.
Alla luce dell’economia attualmente in accelerazione nell’Eurozona molti esperti partono dal presupposto che a fine anno la Bce annuncerà un abbandono graduale del programma di acquisto di titoli di Stato. A questo punto anche gli interessi ipotecari ricominceranno a salire. “In questo contesto potrebbe convenire stipulare adesso un contratto ipotecario a lungo termine”, osserva Parmentier. Tuttavia la domanda di lunghe durate è in calo (dall’82,3 al 79,4%), sebbene rimangano ampiamente le più richieste. Cresce invece la preferenza per le durate medie (dal 14,6 al 17,6 per cento).
Meglio le scadenze lunghe
“Le lunghe durate – spiega Parmentier – sono molto amate perché gli svizzeri preferiscono un certo grado di continuità e di sicurezza nella pianificazione. Tra i beneficiari di ipoteche si è tuttavia diffusa la credenza che i tassi rimangano bassi ‘in eterno’ e che quindi non sia necessario garantirsi la sicurezza di tassi permanenti, ad esempio per dieci anni, a un prezzo un po’ più alto. Di conseguenza, i clienti puntano sempre di più sulle ipoteche della durata di cinque anni, con la speranza che anche nel 2022 potranno stipulare soluzioni altrettanto convenienti. Si vedrà se questo calcolo si rivelerà giusto o meno”. Le durate brevi – meno di quattro anni, per intenderci – sembrano invece troppo instabili agli occhi degli svizzeri. Nonostante la forte riduzione degli interessi la domanda continua a rimanere su bassi livelli, ovvero su una quota di circa il 3 per cento. I dati di Comparis.ch si basano sui tassi di riferimento di circa 70 istituti di credito, aggiornati quotidianamente. ATS