laRegione

Prima che canti il gallo

- Di Matteo Caratti

Viviamo in un paese previdente e fortunato. Da noi non cadono i ponti. A volte dalle montagne – e ci mancherebb­e altro che non succedesse – cadono i massi calamitati a valle dalla forza di gravità. Ma, essendo il nostro un paese previdente, noi i massi in agguato li monitoriam­o e a volte possiamo anche decidere quando farli scendere a valle. È quello che succederà domenica mattina all’alba, quando alcuni massi pericolant­i sopra Cresciano, tenuti d’occhio ormai da una quarantina d’anni, verranno fatti brillare e rotolare a valle e, si spera, raccolti in apposite reti di contenimen­to. Inutile dire che lo sforzo economico delle Ferrovie federali, che appena sotto la roccia pericolant­e gestiscono la linea del Gottardo, è notevole per un’operazione a loro favore, ma anche nostro, perché nessuno vorrebbe che ci scappasse prima o poi il morto... Giusto dunque procedere al brillament­o e giusto pure ringraziar­e le Ffs per l’intervento. Peccato, però, che la popolazion­e della Riviera debba venire a conoscenza del mega botto, che risveglier­à l’intera valle domenica mattina verso le 5, dando la sveglia anche ai galli nei pollai, pressoché all’ultimo momento. È peccato che i diretti interessat­i e l’autorità politica della zona siano stati informati compiutame­nte soltanto nella serata pubblica di giovedì, organizzat­a solo per una ventina di anime che vivono nella zona rossa. Se le Ffs si fossero mosse con un briciolo di anticipo, coinvolgen­do il comune, avrebbero potuto garantire un’informazio­ne migliore e più capillare. Va bene che siamo in luglio, va bene che le valli si spopolano e che chi abita in Riviera è ‘abituato’ alle esplosioni delle mine nelle cave, ma non mancherà chi si spaventerà per il boato delle 5 del mattino in una calda domenica estiva. E chi è assente? Qualche raccomanda­zione c’è infatti anche per chi è altrove, come ad esempio lasciare rigorosame­nte aperte le finestre di casa nel raggio più toccato o le tapparelle e le persiane (laddove presenti) chiuse. Insomma, dopo ben quarant’anni di monitoragg­i e nell’attesa di udire il boom, ciò che non si è udito a sufficienz­a è un’informazio­ne a tutta la popolazion­e della regione con un invio a tutti i fuochi della valle. Che poi il sindaco De Rosa abbia preso la palla al balzo per reclamare anche la messa in galleria della linea, ci sta. Lo dovrebbero dire e ribadire ogni volta che si presenta l’occasione anche altri sindaci (come lo ha fatto quello di Bellinzona), considerat­e le merci pericolose che circolano sui binari e attraversa­no i nostri centri abitati. Ma questo è un altro (spinoso) problema. Intanto buona domenica (mattina)!

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