Il Ppd: i funzionari pubblici vanno protetti
Cresce l’insofferenza che sempre più spesso si trasforma addirittura in violenza. È il caso segnalato nei giorni scorsi dal sindacato Ocst (cfr. ‘laRegione’ di ieri) e ripreso dai deputati popolari democratici Giorgio Fonio e Lorenzo Jelmini, sindacalisti dell’organizzazione sopraccitata. La denuncia si riferisce a un episodio verificatosi all’Ufficio esecuzione e fallimenti e che ha visto alcuni funzionari vestire i panni delle vittime. “Non si tratta purtroppo di un episodio isolato” precisa la nota dei popolari democratici “bensì di una preoccupante tendenza in atto da ormai qualche anno”. Jelmini e Fonio hanno inoltrato un’interrogazione al Consiglio di Stato per conoscere le procedure adottate dall’amministrazione cantonale in casi di violenza o minaccia verso, appunto, i propri funzionari; si vuol sapere, in particolare, come lo Stato intervenga per tutelare anche le famiglie delle vittime, così come se sia prevista un’adeguata assistenza legale per i dipendenti pubblici confrontati con queste situazioni. Non ultimo, i due deputati chiedono al governo se sia stato costituito il ‘Servizio gestione cantonale persone minacciose e pericolose” all’interno della Polizia cantonale. Perché il problema non è nuovo, appunto. Già nel 2010 la Federazione svizzera dei funzionari di polizia aveva lanciato una petizione, poi adottata dal Consiglio nazionale, con l’obiettivo di tutelare maggiormente gli agenti impegnati quotidianamente al “fronte”. Anche in Ticino è stata lanciata una petizione online che ha sin qui raccolto circa 12’500 firme. Al contempo, Marco Romano consigliere nazionale del Ppd ha presentato un’iniziativa parlamentare dove si chiede di inasprire le sanzioni giudiziarie per violenza o minaccia contro autorità e funzionari. Il deputato nazionale popolare democratico chiede d’introdurre una pena detentiva non inferiore a tre giorni. Insomma, il Ppd ticinese si dice “preoccupato per gli eventi di questi ultimi anni” e invita la popolazione a sottoscrivere la petizione online dall’associazione ‘Amici delle forze di polizia svizzere’ perché “forze dell’ordine e funzionari non vanno lasciati soli, bensì tutelati e ringraziati”.