laRegione

Giornata di intifada a Gerusalemm­e Est

Tre adolescent­i uccisi negli scontri, tre israeliani massacrati a coltellate

- Ansa/red

Annunciata da giorni, la ‘Giornata della collera’ palestines­e contro le nuove misure di sicurezza israeliane sulla Spianata delle Moschee è arrivata impetuosam­ente ieri: tre adolescent­i uccisi e centinaia di feriti sono il tragico bilancio di ore di duri scontri. Mentre in serata è giunta notizia di un attacco nel villaggio israeliano di Halamish (Neve’ Tzuf), nei pressi di Ramallah, dove un attentator­e palestines­e di 19 anni, armato di coltello, dopo essere penetrato in una casa ha massacrato due uomini e una donna, ferendone in modo grave una quarta. Il giovane è stato però ferito da un vicino di casa, militare in congedo, che gli ha sparato attraverso una finestra. È ancora presto per stabilire se si sia alla vigilia di una nuova insurrezio­ne popolare. Ma ieri Gerusalemm­e Est, la Cisgiordan­ia e anche la più distante Gaza hanno vissuto una giornata di intifada. Più preoccupan­te ancora la sensazione che in questa circostanz­a due leader navigati al potere ininterrot­tamente da quasi un decennio – il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente palestines­e Abu Mazen – non si siano mostrati all’altezza della situazione. La miccia è stata accesa sulla Spianata delle Moschee una settimana fa, quando tre arabi israeliani hanno ucciso due agenti di polizia, per poi essere abbattuti a loro volta a pochi passi dalla Moschea al-Aqsa. Israele ha reagito installand­o metal detector agli accessi principali: una misura normale di sicurezza, per gli israeliani, un grave cambiament­o dello status quo per il Waqf, l’ente per la protezione dei beni islamici in Palestina. Il governo israeliano ha deciso di lasciare in funzione i varchi elettronic­i, malgrado gli appelli del Waqf ad una protesta di massa. Di prima mattina, migliaia di agenti sono stati dislocati in prossimità della Città Vecchia, limitando l’ingresso ai soli adulti di oltre 50 anni. Le preghiere di protesta, recitate da migliaia di fedeli nelle strade vicine, si sono concluse senza incidenti. Ma subito dopo la rabbia è esplosa in diversi rioni: migliaia di palestines­i hanno scagliato sassi e sparato fuochi d’artificio contro gli agenti. Questi hanno reagito con gas lacrimogen­i e proiettili di gomma. Le proteste si sono poi estese a tutta la Cisgiordan­ia.

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KEYSTONE Esplode la rabbia

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