Un’estate che conta per Grecia e Turchia
Sulle due sponde di quel tratto di mare da sempre conteso, Grecia e Turchia vivono momenti di allarme. I tentativi di fuga da Kos, come da Bodrum, sono partiti appena è sorto il sole. Se per le cifre delle disdette è ancora presto, non sono pochi quelli che hanno già scelto di accorciare le loro vacanze per non rischiare di vivere altre notti di paura. Per Grecia e Turchia, questo sisma in piena estate rischia di compromettere una stagione turistica ugualmente cruciale, seppur per motivi diversi. In queste settimane, per Atene si sta materializzando la migliore annata di sempre, dopo il record di 27,5 milioni di visitatori dello scorso anno. L’obiettivo è la soglia dei 30 milioni, con entrate in ulteriore crescita rispetto ai 13 miliardi di euro del 2016. Risorse che darebbero respiro a un Paese sempre piegato dall’austerità e costretto a cercare ancora una riduzione del debito con i creditori europei per ottenere il nuovo prestito di 1,6 miliardi del Fondo monetario internazionale. In Grecia sperano quindi che non si fermi il fiume di turisti diretti nelle isole, preferite finora ad altre mete del Mediterraneo, affossate da timori di attentati e instabilità geopolitica. Una situazione che ha investito in pieno anche la Turchia. Ankara ha cominciato a registrare una ripresa. Terminato l’annus horribilis 2016, in cui ha perso oltre 10 milioni di turisti rispetto al 2015, dalla primavera le cose sono migliorate, specie col ritorno dei russi sulle sue coste. Ma i record del passato (oltre 36 milioni di visitatori nel 2014 e nel 2015) restano lontanissimi. E a dare l’ennesimo colpo, dopo la ‘linea dura’ annunciata da Berlino, potrebbe essere il crollo dei turisti tedeschi.