Trentatré chili in sette mesi
Cocaina e dintorni: la lotta al narcotraffico ha portato dei risultati alle Guardie di confine L’ultimo sequestro risale a inizio luglio a San Pietro: sette pani di polvere bianca. Arrestato il ‘corriere’, ricercato dalle autorità zurighesi.
Gli agenti della Regione IV in servizio a inizio luglio al valico di San Pietro di Stabio avevano sentito quasi subito puzza di bruciato. In quell’automobilista pronto a lasciare in fretta e furia il territorio svizzero all’alba – non erano ancora le 5 – da una dogana secondaria c’era qualcosa di strano. Pochi indizi sono così bastati per convincere la pattuglia a fermare il veicolo (con targhe italiane) e a bloccare la persona alla guida, un cittadino albanese residente oltreconfine. Una decisione che, più tardi, si è rivelata proficua agli occhi delle Guardie di confine. Smontata la vettura, da un nascondiglio ingegnoso ricavato nel vano del motore sono spuntati sette pani di cocaina per altrettanti chili di polvere bianca. Non solo, una verifica nella banca dati è bastata per scoprire che l’uomo era già rincorso da un ordine d’arresto firmato dall’autorità del Canton Zurigo, proprio per infrazione alla Legge federale sugli stupefacenti. Insomma, si trattava di un ‘corriere’ professionista. Averlo bloccato ha portato a oltre 33 chili il quantitativo di droga sequestrato dall’inizio dell’anno alla frontiera sud. Il Ministero pubblico zurighese ha messo le mani su di un ricercato e il Corpo ha concluso un’altra operazione. In un solo colpo si è superato la quantità di cocaina intercettata l’anno scorso. Il narcotraffico è in ripresa? «La richiesta di mercato sul territorio è sempre la stessa. Ma non influisce sulla strategia di lotta al traffico di stupefacenti – ci spiega il comandante del Corpo Guardie di confine Regione IV Mauro Antonini –. Il nostro dispositivo non viene modificato: i controlli sono puntuali, la modalità operativa la stessa. A questo si aggiungono l’intuito e la preparazione degli agenti e anche un po’ di fortuna. Dal mio punto di vista è importante che non vi sia una diminuzione di casi. Che fra il 2015 e il 2016 si sono mantenuti sopra i 500 all’anno. Diciamo che si fa la guardia. In altre parole, siamo sempre presenti». L’attività delle Guardie poi negli ultimi tempi sta portando alla luce un altro filone. «L’anno scorso – ci fa presente il comandante – abbiamo avuto un numero importante di veicoli con ricettacoli che celavano parecchi soldi fortemente contaminati da tracce di sostanza stupefacente. Quindi, in tutta evidenza provento della vendita di stupefacenti. Non abbiamo trovato la droga, ma il denaro, e abbiamo potuto consegnare i responsabili alle autorità competenti. Si lavora bene, sempre e comunque, al di là dei quantitativi trovati. È vero che agli occhi del cittadino, dei media, ma anche dell’agente, il sequestro importante è una motivazione». Il fermo del ‘corriere’ a San Pietro è frutto di un cosiddetto normale controllo doganale? «Soprattutto della somma di vari elementi indicativi – precisa Antoni –. Il tipo di auto, la targa e l’orario hanno insospettito gli agenti. Quindi si ferma il veicolo e si approfondisce il controllo, iniziando dalle domande di rito – alle quali la persona alla guida ha risposto in modo “evasivo”, ndr –: il risultato è lì da vedere». Esperienza e perspicacia, dunque, sono fondamentali per intercettare i ‘corrieri’ di droga. «Il lavoro di approfondimento partendo, come detto, dalla tipologia di vettura, dalla targa, dalla provenienza e dal comportamento di chi si ha di fronte è efficace, come si è visto anche in questo caso. Che ha permesso di scoprire un nascondiglio professionale e una persona con dei precedenti», ribadisce il comandante. A questo punto toccherà agli inquirenti zurighesi completare il quadro e verificare se dietro questo viaggio da nord a sud vi sia una vera e propria organizzazione dedita al traffico di stupefacenti. A sud, in ogni caso, si è già soddisfatti per l’esito delle operazioni messe a segno. «Che sono una parte del nostro lavoro – tiene a ricordare Antonini –. Non dimentichiamo che siamo occupati nella nostra attività in ambito doganale e siamo ancora sollecitati sul versante migratorio, dove la pressione resta costante. Siamo impegnati su più fronti. E i risultati si vedono».