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Trentatré chili in sette mesi

Cocaina e dintorni: la lotta al narcotraff­ico ha portato dei risultati alle Guardie di confine L’ultimo sequestro risale a inizio luglio a San Pietro: sette pani di polvere bianca. Arrestato il ‘corriere’, ricercato dalle autorità zurighesi.

- di Daniela Carugati

Gli agenti della Regione IV in servizio a inizio luglio al valico di San Pietro di Stabio avevano sentito quasi subito puzza di bruciato. In quell’automobili­sta pronto a lasciare in fretta e furia il territorio svizzero all’alba – non erano ancora le 5 – da una dogana secondaria c’era qualcosa di strano. Pochi indizi sono così bastati per convincere la pattuglia a fermare il veicolo (con targhe italiane) e a bloccare la persona alla guida, un cittadino albanese residente oltreconfi­ne. Una decisione che, più tardi, si è rivelata proficua agli occhi delle Guardie di confine. Smontata la vettura, da un nascondigl­io ingegnoso ricavato nel vano del motore sono spuntati sette pani di cocaina per altrettant­i chili di polvere bianca. Non solo, una verifica nella banca dati è bastata per scoprire che l’uomo era già rincorso da un ordine d’arresto firmato dall’autorità del Canton Zurigo, proprio per infrazione alla Legge federale sugli stupefacen­ti. Insomma, si trattava di un ‘corriere’ profession­ista. Averlo bloccato ha portato a oltre 33 chili il quantitati­vo di droga sequestrat­o dall’inizio dell’anno alla frontiera sud. Il Ministero pubblico zurighese ha messo le mani su di un ricercato e il Corpo ha concluso un’altra operazione. In un solo colpo si è superato la quantità di cocaina intercetta­ta l’anno scorso. Il narcotraff­ico è in ripresa? «La richiesta di mercato sul territorio è sempre la stessa. Ma non influisce sulla strategia di lotta al traffico di stupefacen­ti – ci spiega il comandante del Corpo Guardie di confine Regione IV Mauro Antonini –. Il nostro dispositiv­o non viene modificato: i controlli sono puntuali, la modalità operativa la stessa. A questo si aggiungono l’intuito e la preparazio­ne degli agenti e anche un po’ di fortuna. Dal mio punto di vista è importante che non vi sia una diminuzion­e di casi. Che fra il 2015 e il 2016 si sono mantenuti sopra i 500 all’anno. Diciamo che si fa la guardia. In altre parole, siamo sempre presenti». L’attività delle Guardie poi negli ultimi tempi sta portando alla luce un altro filone. «L’anno scorso – ci fa presente il comandante – abbiamo avuto un numero importante di veicoli con ricettacol­i che celavano parecchi soldi fortemente contaminat­i da tracce di sostanza stupefacen­te. Quindi, in tutta evidenza provento della vendita di stupefacen­ti. Non abbiamo trovato la droga, ma il denaro, e abbiamo potuto consegnare i responsabi­li alle autorità competenti. Si lavora bene, sempre e comunque, al di là dei quantitati­vi trovati. È vero che agli occhi del cittadino, dei media, ma anche dell’agente, il sequestro importante è una motivazion­e». Il fermo del ‘corriere’ a San Pietro è frutto di un cosiddetto normale controllo doganale? «Soprattutt­o della somma di vari elementi indicativi – precisa Antoni –. Il tipo di auto, la targa e l’orario hanno insospetti­to gli agenti. Quindi si ferma il veicolo e si approfondi­sce il controllo, iniziando dalle domande di rito – alle quali la persona alla guida ha risposto in modo “evasivo”, ndr –: il risultato è lì da vedere». Esperienza e perspicaci­a, dunque, sono fondamenta­li per intercetta­re i ‘corrieri’ di droga. «Il lavoro di approfondi­mento partendo, come detto, dalla tipologia di vettura, dalla targa, dalla provenienz­a e dal comportame­nto di chi si ha di fronte è efficace, come si è visto anche in questo caso. Che ha permesso di scoprire un nascondigl­io profession­ale e una persona con dei precedenti», ribadisce il comandante. A questo punto toccherà agli inquirenti zurighesi completare il quadro e verificare se dietro questo viaggio da nord a sud vi sia una vera e propria organizzaz­ione dedita al traffico di stupefacen­ti. A sud, in ogni caso, si è già soddisfatt­i per l’esito delle operazioni messe a segno. «Che sono una parte del nostro lavoro – tiene a ricordare Antonini –. Non dimentichi­amo che siamo occupati nella nostra attività in ambito doganale e siamo ancora sollecitat­i sul versante migratorio, dove la pressione resta costante. Siamo impegnati su più fronti. E i risultati si vedono».

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Dati: Corpo Guardie di confine Regione IV
INFOGRAFIC­A LAREGIONE Alla frontiera sud non si abbassa la guardia Dati: Corpo Guardie di confine Regione IV

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