Non si trovano i familiari di Victor
Non sono stati ancora rintracciati i familiari di Victor, il 20enne migrante del Mali che ha perso la vita mentre tentava di attraversare il confine tra Italia e Svizzera. Il giovane era morto lo scorso 27 febbraio, sul tetto del Tilo, raggiunto da una scarica elettrica. Quando alla stazione di Balerna, alcuni viaggiatori del Tilo proveniente da Milano, con destinazione Bellinzona, si sono accorti delle fiamme sopra una carrozza, per il giovane salito sul treno a Como San Giovanni non c’era più niente da fare. Il ragazzo, nei giorni successivi l’incidente, era stato identificato attraverso le impronte digitali che gli erano state prese nel campo di Ventimiglia, da dove proveniva. Il giovane era rimasto fulminato, nel momento in cui il Tilo attraversava la galleria Monteolimpino tra Como e Chiasso, dalla corrente a 15mila volt. Le ricerche dei funzionari del Consolato svizzero nel Paese centroafricano sino ad ora non hanno dato esito positivo. Le associazioni comasche e ticinesi, allo stesso tempo, nei mesi scorsi avevano raccolto fondi da inviare nel Mali. Il corpo del 20enne migrante è sepolto nel cimitero di Balerna. Appare, quindi, sempre più concreta la possibilità di risparmiare a Victor la negazione anche dell’ultimo suo diritto, dopo che da vivo tutti gli altri gli erano già stati negati: il diritto al lutto, ovverosia l’elaborazione del lutto come aveva riflettuto Paolo Bernasconi, partecipando lo scorso marzo ad un incontro a Como, presso la parrocchia Sant’Eufemia, a lungo mensa per i migranti della tendopoli della stazione San Giovanni. Per non dimenticare Victor.