Valore locativo, requiem intonato
Le commissioni delle Camere sono d’accordo: va abolito. Non si sa ancora cosa verrà dopo.
Accordo di principio in parlamento sull’abolizione di un sistema ritenuto complicato e ingiusto. La commissione economia e tributi del Consiglio degli Stati elaborerà un progetto concreto.
Il valore locativo va abolito. Ne è convinta la commissione dell’economia e dei tributi del Consiglio nazionale (CetN) che ha dato via libera a un’iniziativa parlamentare dell’omologa commissione degli Stati. Quest’ultima potrà ora elaborare un progetto concreto, indica una nota diramata ieri dai servizi parlamentari. Chi vive nella propria abitazione deve dichiarare al fisco il suo valore locativo, ossia l’importo che potrebbe ricavare in caso di locazione. In contropartita, può dedurre dal proprio reddito imponibile gli interessi ipotecari e le spese di manutenzione. La Cet-N considera che il sistema in vigore “oltre a prevedere incentivi sbagliati, è troppo complicato ed è pertanto opportuno semplificarlo e renderlo più intelligibile”. Da più parti – precisa la nota – il principio dell’imposizione del valore locativo è inoltre ritenuto ingiusto, in particolare da chi ha liquidato gran parte del proprio debito ipotecario e si ritrova svantaggiato al momento in cui è chiamato a pagare le imposte su un patrimonio fittizio. La CetN pensa soprattutto ai pensionati che dispongono di un reddito inferiore. Per la maggioranza della commissione è tuttavia prematuro esprimersi in favore di un puro e semplice cambiamento di sistema (soppressione dell’imposizione del valore locativo e della deduzione fiscale). Essa preferisce mantenere la possibilità di beneficiare delle pertinenti deduzioni e, perlomeno in una prima fase, non includere nel cambiamento di sistema le abitazioni secondarie.