‘Conti, stop al rigore a senso unico’
La presidente della Gestione: ora occorre un occhio di riguardo anche per chi ha già subìto i tagli
Martedì 29 la Commissione parlamentare torna a riunirsi. ‘Serve pure progettualità’. Sul tavolo non solo il delicato dossier riguardante Argo 1.
«Una Commissione parlamentare d’inchiesta sull’affaire Argo 1? Discuteremo dell’opportunità di istituire una Cpi, o quantomeno di proporne l’istituzione al plenum del Legislativo, quando avremo completato il rapporto con le raccomandazioni all’indirizzo del governo per evitare il ripetersi di vicende come quella del mandato diretto alla ditta di sicurezza», dice alla ‘Regione’ la socialista Pelin Kandemir Bordoli, presidente della Gestione. Ma l’incarto Argo 1 non sarà l’unico che dal 29 agosto, giorno della sua prima riunione dopo la pausa estiva, impegnerà nelle settimane successive la principale commissione del Gran Consiglio. Altri dossier di peso, ricorda la deputata, finiranno «presto» sotto la lente della Gestione e in ogni caso del parlamento, dossier che potrebbero rendere l’autunno, se non meteorologicamente rovente come la stagione che sta per terminare, politicamente caldo. La lista, pur non esaustiva, è eloquente: «Il Preventivo 2018 del Cantone, gli atti parlamentari di competenza della Gestione legati all’iniziativa ‘Prima i nostri’, le proposte del Consiglio di Stato per l’applicazione dell’iniziativa dei Verdi ‘Salviamo il lavoro in Ticino’ (con la recente sentenza del Tribunale federale sul salario minimo nel Canton Neuchâtel è stata finalmente chiarita una serie di importanti aspetti giuridici) e la riforma fiscale annunciata dal Consiglio di Stato».
A proposito di casse cantonali, dal preconsuntivo 2017 aggiornato a fine giugno arrivano buone notizie: con un disavanzo di ‘appena’ 2,4 milioni di franchi l’obiettivo del pareggio è davvero vicino.
Le finanze stanno andando meglio di quanto preventivato grazie in particolare a entrate straordinarie, dovute essenzialmente alla quota parte dell’utile della Banca nazionale svizzera e, anche stavolta, alla mini amnistia fiscale federale, che come Partito socialista abbiamo sempre sostenuto. A giusta ragione, alla luce dei dati. Se fosse stato applicato lo sconto del settanta per cento contemplato dall’amnistia cantonale, annullata dai giudici di Mon Repos, oggi commenteremmo un preconsuntivo con un disavanzo d’esercizio assai più alto. C’è poi l’incognita dei diciotto milioni derivanti dalla tassa di collegamento: aspettiamo la decisione del Tribunale federale sui ricorsi, che quale presidente della Gestione spero possa arrivare in tempi brevi.
Per il capo del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta ‘l’equilibrio’ è però ‘fragile,’ pertanto ‘il cammino verso un pareggio dei conti di tipo strutturale dovrà continuare.’ Altre misure di contenimento all’orizzonte?
Concordo sul fatto che l’equilibrio finanziario sia ancora fragile. Non concordo invece sul modo in cui si intende procedere verso il pareggio strutturale. Il rigore, al quale ha accennato Vitta in alcune interviste, non deve continuare a colpire cittadini che si trovano già in condizioni economicamente precarie, come è avvenuto in parte con la manovra di rientro per duecento milioni e rotti varata lo scorso settembre. Considerando anche la tendenza delineatasi col preconsuntivo di giugno, ritengo che Consiglio di Stato e parlamento debbano ora avere un occhio di riguardo per quelle persone, e non sono poche, che più di altre hanno subìto gli effetti dei tagli e quindi del ridimensionamento di prestazioni statali.
Eppure un pareggio strutturale comporta anche sacrifici...
I tagli non necessariamente si traducono in minori uscite se la conseguenza è il malfunzionamento di un servizio o il peggioramento delle condizioni esistenziali di un individuo, che si trova così costretto a chiedere l’aiuto dello Stato. Lo stesso governo, peraltro, ha ribadito in Gran Consiglio che non ci sono più margini per altri risparmi quando il parlamento gli ha chiesto la manovra bis di rientro. Mi auguro che con il Preventivo 2018 vi sia un cambiamento di rotta. E che non si ragioni più soltanto in termini contabili.
Cioè?
Servono progettualità e investimenti. Sfide come la digitalizzazione vanno affrontate, e governate, evitando che aumenti il numero delle persone escluse dal mondo del lavoro.