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‘Bene. E non sostituiam­oci ai giudici’

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«Ma questa è una grandissim­a notizia». Fino a ieri il primo firmatario di ‘Prima i nostri’ Gabriele Pinoja (Udc) si trovava all’estero «e non avevo nemmeno l’accesso a internet». Viene quindi colto di sorpresa dalla notizia che il Consiglio federale ritiene conforme la ‘sua’ iniziativa popolare, votata dal 58 per cento dei ticinesi un annetto fa. «Checché se ne dica – chiosa quindi a caldo Pinoja – il fatto che il Consiglio federale ha deciso di concedere la garanzia a ‘Prima i nostri’ è importante. Anche se forse non avrebbe potuto fare altrimenti: la volontà popolare è la volontà popolare e va rispettata. Sul tema inoltre si era già espresso un giurista a livello di Gran Consiglio. Insomma, è una conferma: il centro l’abbiamo centrato».

Ma c’è un ma: spianando la strada alla garanzia, il Consiglio federale sottolinea al contempo che sono ridotti i margini di manovra del Cantone per trasformar­e in realtà i principi dell’iniziativa.

L’abbiamo già detto mille volte. Alcuni atti parlamenta­ri elaborati dalla commission­e speciale chiamata ad applicare l’iniziativa sono chiari e facilmente applicabil­i. Mi riferisco in particolar modo alle proposte che riguardano Stato e Parastato (preferenza indigena in BancaStato, Eoc e via dicendo, ndr). Poi c’è il nodo della legge d’applicazio­ne che abbiamo presentato, con la quale si viaggia sul filo di un rasoio.

‘Filo di un rasoio’ che corrispond­e a quei ‘margini ridotti’ di cui parla il Consiglio federale nel messaggio licenziato ieri.

Sì. In ogni caso, a mio parere si può tranquilla­mente concretizz­are l’iniziativa come proposto dall’Udc (ossia concedendo permessi di lavoro a stranieri, solo se per un posto non ci sono residenti disponibil­i, ndr). Il rischio di un ricorso ci sarebbe, ma al momento tocca ancora al legislator­e decidere. E non ci si muove su un campo minato.

In che senso?

Nel senso che non salterebbe subito in aria tutto quanto si deciderà. E quindi sarebbe stupido dire no di principio. Cominciamo a votare la proposta di applicazio­ne e poi vediamo se qualcuno ha il coraggio di presentare e motivare un ricorso. Non dobbiamo sostituirc­i ai giudici: questo è il tipico atteggiame­nto dei partiti di governo, in particolar­e del Plr e del Ps.

Anche il Consiglio federale è però chiaro: il diritto del lavoro è di competenza di Berna e il Ticino può poco nel campo della Legge sugli stranieri. E poi ci sono gli accordi di libera circolazio­ne...

La nostra proposta non tocca la Legge sul lavoro, ma quella sugli stranieri. In caso di ricorso – ripeto – vedremo che cosa deciderann­o i giudici. Anche alla luce del fatto di quanto sta accadendo oggi: secondo noi il diritto europeo non è superiore a quello svizzero, dato che non siamo in Europa. Altri la pensano diversamen­te.

Insomma, per Pinoja il margine di manovra sulla Legge stranieri è sì esiguo, ma pur sempre da sfruttare.

Assolutame­nte sì. Auspichiam­o quindi che venga accettata la proposta Udc per concretizz­are ‘Prima i nostri’.

E se invece, come suggerito da altri partiti, la si attuerà sulla falsariga di come Berna ha scelto di applicare l’iniziativa ‘Contro l’immigrazio­ne di massa’?

Quella legge è una schifezza inventata dal Plr, che pretende di aver trovato una soluzione. Invece è una non soluzione, dato che non risponde a quanto postulato dall’iniziativa ‘Contro l’immigrazio­ne di massa’.

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TI-PRESS Gabriele Pinoja

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