Frontiere ‘aperte’ in Irlanda anche dopo la Brexit
Londra – Non torneranno i confini “fisici” tra Regno Unito e Irlanda dopo la Brexit. Il governo britannico ha presentato ieri il “position paper”, il documento che contiene le proposte di Londra per i negoziati sull’uscita dall’Unione europea. E tra le questioni più delicate c’è appunto quella del confine con l’Irlanda, la nuova frontiera terrestre che di fatto si traccerebbe tra Regno Unito e Ue. Ma, soprattutto, la reintroduzione della frontiera rischierebbe di minare uno dei pilastri degli accordi di pace per il Nord Irlanda: la libera circolazione sull’isola, un surrogato di riunificazione che ha contribuito al più recente e prolungato periodo senza violenze di rilievo. Per Londra si tratta di una “concessione” di rilevo, certamente sgradita ai sostenitori della hard Brexit, ma in qualche modo forzata. Il documento britannico esclude anche i controlli elettronici e la sorveglianza con le telecamere a circuito chiuso per registrare gli ingressi dei veicoli nel proprio territorio. La stessa Theresa May ha voluto sottolineare l’importanza di questa decisione per preservare gli accordi di pace. Una pace che le procurerà tuttavia qualche conflitto con gli hardliners, secondo i quali la sostanziale libertà di movimento impedirà di controllare l’immigrazione e quindi di corrispondere alla promessa esibita per convincere gli elettori ad approvare l’uscita dall’Unione. Il governo conservatore, spiega nel “paper”, è sicuro di riuscire comunque a limitare gli ingressi tramite i permessi di lavoro e l’accesso ai servizi pubblici. Un esercizio di equilibrio ammirevole...