La campagna per la riconquista della perduta al Andalus
Madrid – “La Spagna è la terra dei nostri avi e noi la riprenderemo con la forza di Allah”. Da tempo al Andalus (il nome utilizzato dalla propaganda islamica per indicare la Spagna) è un bersaglio dello Stato Islamico di Abu Bakr al Baghdadi. Ancora ieri, infatti, i sostenitori dell’Isis si sono affrettati a celebrare “l’attacco di Barcellona”, sollecitandone di nuovi. Solo due settimane fa, ha riferito il Site, il sito di monitoraggio dell’estremismo islamico sul web, i sostenitori dell’Isis avevano evocato nientemeno che la riconquista della Spagna lasciando intendere che un attentato significativo poteva essere imminente. La propaganda jihadista fa riferimento alla Spagna con il termine al Andalus trattandosi del nome delle terre iberiche, portoghesi e francesi dominate dagli arabi fino alla fine del XV secolo. Un richiamo culturale forte per chi ritiene che un pezzo d’Europa sia stato sottratto ai musulmani e il “Corano seppellito dai crociati”. Il primo proclama in lingua spagnola era stato diffuso nel luglio dello scorso anno: un video sottotitolato, il primo nella storia del gruppo terroristico. Secondo gli analisti potrebbe essere stato fabbricato all’interno del Paese. Poi altri documenti e video, in cui la Spagna è l’unico Paese non musulmano a cui si fa riferimento. In maggio le minacce più circostanziate: “Uccideremo ogni infedele spagnolo che incontreremo nella nostra terra. Vi uccideremo nelle vostre città e nei vostri villaggi allo stesso modo in cui uccidete le nostre famiglie”. La sequela di arresti e cellule sgominate dalla polizia spagnola è lunghissima: complice l’afflusso costante di migranti, camuffati tra i quali, i jihadisti hanno organizzato veri e propri centri di reclutamento. Dal 2014, almeno 190 foreign fighter dalla Spagna si sono uniti alle file dell’Isis in Siria e Iraq, secondo dati forniti dal ministro degli Interni. Una trentina sono rientrati in patria. Quasi tutti sono di origine araba o nordafricana, residenti in Spagna o con la cittadinanza spagnola. Dal 2015 la polizia ha intensificato la pressione sui fiancheggiatori del gruppo, e almeno 150 presunti jihadisti sono stati arrestati. All’Isis si aggiungono anche gli altri gruppi della galassia terroristica: lo scorso gennaio l’Aqmi, la branca nordafricana di al Qaida, ha lanciato un appello-video nel quale chiedeva di lanciare attacchi a Madrid, nell’ambito di un piano per la “riconquista” delle enclave di Ceuta e Melilla. L’ex ministro degli Interni Jorge Fernández Díaz ha sottolineato che la Spagna ha già sconfitto l’Eta e “neanche questa nuova minaccia raggiungerà i suoi obiettivi”. ANSA/RED