laRegione

La lezione di Giosuè

- Di Matteo Caratti

L’unico che ha saputo scherzarci su, facendoci infinitame­nte riflettere, è stato Roberto Benigni in ‘La vita è bella’ nel famoso dialogo col piccolo Giosuè. Ricordate quando il bimbo chiede al padre, leggendo un avviso affisso alla vetrina di un negozio: “Perché i cani e gli ebrei non possono entrare babbo?”. E padre Guido spiega: “Eh, loro gli ebrei e i cani non ce li vogliono. Eh, ognuno fa quello che gli pare, Giosuè, eh. Là c’è un negozio, là c’è una ferramenta no. Loro per esempio non fanno entrare gli spagnoli e i cavalli eh, eh... e coso là, c’è un farmacista no: ieri ero con un mio amico, un cinese che c’ha un canguro (...)

Segue dalla Prima (...), dico ‘Si può entrare?’, dice ‘No, qui i cinesi e i canguri non ce li vogliamo’. Eh, gli sono antipatici oh, che ti devo dire oh?! Giosuè, rilancia: “Ma noi in libreria facciamo entrare tutti”. E il padre risponde: “No, da domani ce lo scriviamo anche noi, guarda! Chi ti è antipatico a te?”. Giosuè: “I ragni. E a te?”. Guido: “A me... i visigoti! E da domani ce lo scriviamo: ‘Vietato l’ingresso ai ragni e ai visigoti’. Oh! E mi hanno rotto le scatole ’sti visigoti, basta eh!”. Se ricordiamo questo magistrale passaggio cinematogr­afico, è perché in questo agosto di discutibil­issimi divieti/cartelli affissi ne abbiamo purtroppo già incrociati un paio. E non si è trattato dell’ingresso a un negozio di ferramenta! A inizio mese è scoppiata la polemica per il divieto (sancito in un regolament­o vero e proprio) rivolto a disabili e autistici di poter frequentar­e la Scuola svizzera di Milano! Una scuola, palestra di formazione e di cultura, come la biblioteca ricordata da Giosuè! Che bisogno c’era di puntare il dito su disabili e autistici, mentre sarebbe bastato indicare che la frequenza a quell’istituto, a causa delle lezioni in tedesco, è particolar­mente impegnativ­a… Poi ciascun potenziale studente utente sarebbe in grado di fare le proprie valutazion­i, di provare e caso mai rinunciare. Quanto successo è sempliceme­nte inammissib­ile! A spiegare la sbandata ai funzionari dirigenti dell’istituto e a gettare acqua sul fuoco è dovuta persino scomodarsi Berna. Caso isolato? Nossignori, l’Hotel Paradies di Arosa ha fatto forse peggio (sempre che si possa fare una graduatori­a) indicando esplicitam­ente su un cartello affisso all’entrata della piscina che i signori clienti ebrei sono pregati di farsi una doccia prima di entrare in piscina, perché – hanno tentato di giustifica­rsi – taluni di loro (ortodossi) entravano in acqua con la maglietta. Non era più semplice scrivere che in piscina si entra solo col costume da bagno e dopo aver fatto la doccia? In entrambi i casi per carità non c’era intenziona­lità di offendere e di discrimina­re andicappat­i, ebrei, e via dicendo. Quindi semplice ignoranza? Certo, chili, anzi tonnellate di ignoranza. E allora combattiam­ola ’sta maledetta ignoranza. Come? Ci permettiam­o di suggerire un semplice rimedio. A chi ha concepito il regolament­o della Scuola svizzera di Milano e ha tentato in modo maldestro di difenderlo e a chi ha scritto il cartello ad Arosa si faccia vedere ‘La vita è bella’ di Roberto Benigni. E poi gli si faccia prendere carta e penna e scrivere cento volte un principio fondamenta­le sancito nelle Costituzio­ni: quello che vieta discrimina­zioni fondate sul sesso, sulla razza, sulla religione ecc. Un film, che si potrebbe anche proiettare alla Casa Bianca. Pur col dubbio che l’attuale presidente, alle prese con i fatti di Charlottes­ville e le ignominie dei suprematis­ti bianchi, sia in grado di capire e apprezzare la finezza dell’ironia ‘beniniana’. È un’epoca di giullari, la nostra. Ma alcuni – i più pericolosi che palleggian­o atomiche – non sanno di esserlo.

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