Solo l’imperizia dei terroristi ha evitato a Barcellona un attacco ben più sanguinoso
Madrid – Doveva essere un attacco ben più sanguinoso, e solo l’imperizia dei terroristi ha evitato che i morti a Barcellona (quattordici sinora) fossero molti di più. È una delle prime indicazioni solide dell’inchiesta sulla strage della Rambla, peraltro contrassegnata da contraddizioni ed “elementi mancanti”. A partire dal numero dei fermati e dei ricercati e delle loro identità. Ieri, migliaia di cittadini si sono riuniti in Plaza Catalunya a Barcellona, attorno a re Felipe VI e a tutti i leader politici del Paese per rendere omaggio alle vittime dell’attentato rivendicato dall’Isis e affermare la propria resistenza. Le notizie sulla caccia ai terroristi restano confuse. L’unica cosa sulla quale tutte le fonti concordano è che il conducente del furgone lanciato sulla folla della Rambla è stato ucciso a Cambrils. Alcune fonti sostengono che sia il giovane Moussa Oukabir, 17 anni. Secondo altre non sarebbe lui l’esecutore della strage, ma un altro dei terroristi abbattuti nella notte di giovedì. Per entrambe le versioni non ci sono conferme ufficiali. Il primo attacco è stato condotto sulla Rambla alle 16.50. Un furgone si è lanciato puntando e inseguendo centinaia di persone (quasi tutti turisti) per 600 metri prima di schiantarsi contro un’edicola. Il conducente è fuggito a piedi. Nella notte successiva, i terroristi hanno colpito di nuovo. Intercettati verso l’1.30, cinque uomini armati di coltelli e con false cinture esplosive sono riusciti a forzare un posto di blocco e, inseguiti dalla polizia, sono piombati sul lungomare di Cambrils, una cittadina balneare a 120 km a sud di Barcellona. La loro auto si è capovolta. Sono scesi coltelli in mano e si sono lanciati sui passanti. Hanno ferito cinque persone – una donna è morta in ospedale – prima di essere abbattuti. La polizia catalana non esclude che fra i cinque uomini abbattuti ci fosse anche il conducente del furgone della morte di Barcellona, che però non ha identificato. Le indagini della polizia puntano verso due basi arretrate dei terroristi nella Catalogna profonda, dove la presenza dell’estremismo salafita è particolarmente importante. Due cittadine, Ripoll nei Pirenei vicino alla frontiera francese, e Alcanar, nella provincia di Tarragona a sud, sono al centro dell’inchiesta. A Ripoll si è formata la cellula attorno a Moussa Oukabir e al fratello Driss, ora in manette. Da Ripoll vengono sei dei presunti membri della cellula, tutti senza precedenti penali per terrorismo. Ad Alcanar c’era la base operativa della cellula, dove si preparavano ordigni esplosivi per un attentato di grandi dimensioni a Barcellona. Ma nella notte di mercoledì qualcosa è andato storto. La casa è esplosa, due uomini sono morti, un altro è stato ferito. Compromesso il “piano A”, si sarebbe passati al furgone.