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Quando Tenero fa centro

Il 26 e il 27 agosto i migliori arcieri del Paese si daranno appuntamen­to sui prati del Cst. Quasi 200 atleti di tutte le età.

- Di Valdo Baumer

I Campionati svizzeri di tiro con l’arco sbarcano in Ticino, sabato e domenica prossimi al Centro sportivo di Tenero, su precisa volontà della Federazion­e svizzera. E per una buona ragione: «Vorremmo fare in modo di avvicinare un po’ la Svizzera italiana alle altre regioni linguistic­he, e magari anche di promuovere la nostra disciplina maggiormen­te a sud delle Alpi» spiega il rappresent­ante del comitato organizzat­ore Marco Petraglio, che è pure membro della commission­e sportiva e arciere attivo da ormai 37 anni (nazionale compresa).

Una particolar­ità dell’arco è che gli atleti disabili gareggiano con i normodotat­i. ‘E non importa a quale livello’.

Il luogo di gara è ideale da questo punto di vista: «I prati del Centro sportivo sono davvero grandi, a differenza dell’altro centro sportivo nazionale, quello di Macolin, ottimo per svolgere i campionati indoor. Inoltre sono di facile accesso e ben frequentat­i. Speriamo quindi di catturare l’interesse della popolazion­e, grazie anche all’entrata gratuita. Inoltre svolgeremo un’operazione pubblicita­ria nella regione. L’anno scorso a Sion, eravamo in una vecchia postazione militare, in una stradina di campagna dalla quale non passava mai nessuno...». Il movimento ticinese, che conta tre società principali di una quarantina di membri ciascuna, potrebbe trarre giovamento da questa manifestaz­ione. In uno sport che, oltretutto, ha una bella particolar­ità: gli atleti disabili hanno la possibilit­à di gareggia-

re con i normodotat­i, non importa a quale livello: «Noi abbiamo quattro o cinque atleti portatori d’handicap, ma anche a livello di Giochi olimpici c’è chi partecipa sia alle Paralimpia­di sia alle Olimpiadi». Per una disciplina piuttosto statica ma affascinan­te, che richiede moltissimo allenament­o e una grande dose di concentraz­ione: «L’ambiente, al momento del tiro, è molto silenzioso, ricorda un po’ quello del tennis – continua Petraglio –. Magari un profano può non sapere cosa ci sia dietro, tuttavia spesso lo spettatore rimane sorpreso dal modo

in cui la freccia arrivi precisamen­te al centro del bersaglio. Ad altra gente, invece, l’arco e frecce ricordano solo gli indiani a cavallo. O magari ci consideran­o sempliceme­nte dei pazzi». I partecipan­ti attesi a Tenero sono oltre centosetta­nta, di cui un centinaio saranno adulti e gli altri ragazzi. Questi saranno i primi a gareggiare il sabato, divisi nelle categorie Mini, Cadetti e Giovani. Al mattino sono previste le qualificaz­ioni che si articolano sul lancio di settantadu­e frecce (due sessioni da trentasei frecce, di cui sei consecutiv­e), mentre al pomeriggio si svolgerà

la fase a eliminazio­ne diretta in cui verranno tirate quindici frecce (tre volte cinque), a partire dagli ottavi di finale, o in caso di mancanza di partecipan­ti dai quarti di finale, secondo la classifica scaturita al mattino (primo contro sedicesimo, secondo contro quindicesi­mo, e così via). Alla domenica invece sarà il turno di adulti (master) e veterani (senior) con le stesse modalità. L’organizzaz­ione è curata da un comitato federativo di sei persone, a cui si aggiungono i volontari. «Sono una trentina» aggiunge Petraglio, che poi parla dei costi dell’operazione. «Abbiamo un

budget di circa diecimila franchi, ma il materiale di gara come i bersagli (che sono di tre tipi diversi: compound, ricurvo e bowhunter) vengono utilizzati più volte, quindi questa spesa viene spalmata su più eventi. Invece i supporti cartacei vengono stampati ogni volta. È comunque difficile quantifica­re i costi di un singolo evento». Per il pubblico, gli Svizzeri di Tenero rappresent­ano un’occasione rara per assistere a uno sport di nicchia ma comunque di alto livello, trascorren­do un fine settimana in maniera diversa dal solito.

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TI-PRESS/REGUZZI ‘Con quest’evento vorremmo avvicinare un po’ la Svizzera italiana alle altre regioni linguistic­he’, dice Marco Petraglio

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