Dal ‘ritiro rapido’ a 4mila truppe in più
Altra giravolta di Trump, pronto a rafforzare la presenza militare statunitense in Afghanistan
Svolta di Donald Trump sull’Afghanistan: dopo aver criticato da candidato una guerra che dura da 16 anni, il presidente si apprestava ieri sera ad annunciare un aumento delle truppe dispiegate nel Paese asiatico, almeno 4mila soldati in aggiunta agli 8’400 attuali. La Casa Bianca ieri ha mantenuto la consegna del silenzio, ma i media Usa hanno raccolto le prime indiscrezioni. Se confermate, il tycoon abbraccerebbe così le proposte dei suoi generali, aumentando il coinvolgimento Usa nella regione e segnalando un approccio più tradizionale alla politica estera di quello promesso in campagna elettorale, quando prevaleva la linea isolazionista. Una mossa maturata dopo mesi di dibattito e scontri in seno all’amministrazione, dove lo stesso Trump era scettico sulla possibilità di una vittoria in Afghanistan e si chiedeva «perché siamo stati lì 16 anni», dopo l’11 settembre. Nel 2013, quando già accarezzava l’idea di candidarsi, aveva twittato che “dovremmo fare un ritiro rapido”, domandandosi “perché dobbiamo continuare a sprecare i nostri soldi”. L’ormai ex capo stratega Steve Bannon lo aveva ammonito che aumentare l’impegno in Afghanistan avrebbe avuto solo conseguenze negative. Ma alla fine è prevalsa la linea del trio di generali che circonda il presidente: il capo del Pentagono James Mattis, il consigliere per la sicurezza H.R. McMaster e il nuovo capo dello staff John Kelly. Dalla loro parte anche il vicepresidente Mike Pence e lo stesso segretario di Stato Rex Tillerson. In giugno Trump aveva già autorizzato Mattis ad aumentare il contingente americano con 3’900 soldati, ma il segretario alla Difesa aveva chiesto che prima si definisse una strategia. La Casa Bianca ha comunicato che il presidente avrebbe fatto un annuncio in tv lunedì sera (questa notte in Svizzera) dalla base di Fort Myer, ad Arlington: il suo primo discorso alla nazione in prime-time dopo quello al Congresso in gennaio, sullo sfondo della capitolazione di un nuovo distretto afghano nelle mani dei talebani. Le incognite riguardano il numero di soldati (potrebbero anche essere oltre 4mila) e se ci saranno misure contro il Pakistan, santuario di protezione di talebani e altri gruppi estremisti.