Cassis e il giudice di pace
La votazione del 24 settembre 2017 permette agli abitanti del Circolo di Bellinzona di poter votare anche per il nuovo giudice di pace. I candidati sono due liberali-radicali e il cittadino potrà scegliere. L’evento in sé racchiude una fondamentale opzione democratica: la scelta. Va dato atto al Plr distrettuale di essere stato coerente offrendola all’elettore. Per chi vuol però scrutare tra i meandri fangosi della politica, la candidata di Arbedo, già supplente del giudice di pace e quindi con esperienza nel settore, poteva essere eletta tacitamente. Ma le antipatie politiche e le mire di potere hanno scatenato il solito metodo ancestrale della resa dei conti, gioco molto in voga nel comune non aggregato di Arbedo-Castione. L’Innominato del comune non poteva perdere l’occasione di marcar presenza, sostenendo a spada tratta il candidato di Castione. Vedremo l’esito della querelle. Il preambolo in realtà serve ad allargare il tema della scelta del candidato ticinese al Consiglio Federale. Il Plr cantonale se voleva un rappresentante in seno all’esecutivo federale poteva rifarsi alla prassi di due o più opzioni, permettendo all’Assemblea Federale di scegliere. D’altronde per quasi tutta l’estate politici e giornalisti della Svizzera interna hanno supplicato i liberali-radicali ticinesi di non proporre un solo candidato, pena la perdita dell’ottima occasione per tornare nella stanza dei bottoni. Quindi due pesi e due misure: per il giudice di pace due opzioni, per aver finalmente un consigliere federale la testardaggine di un solo candidato. Probabilmente anche in questo caso per ubbidire al metodo ancestrale della resa dei conti, basato sul potere occulto del fantasma di Lugano. Tutto ciò ha poi risvegliato gli appetiti dei romandi. Vedremo l’esito della querelle.