Tormenti d’estate
La storia delle canzoni estive è fatta di hit immortali e altre meno, meteore che hanno lasciato il segno e un noto ballo scritto (è tutto vero) da un rossocrociato. Nell’estate 2017 dalle tinte vintage, dominano il tricolore e le collaborazioni. Se legg
“Lo dice la parola stessa”, spiegava Frate Antonino da Scasazza, personaggio della trasmissione cult “Quelli della Notte”, uno dei momenti più intelligenti dell’intrattenimento televisivo italiano. Quel concentrato d’improvvisazione, nonsense, satira e cultura musicale fu una fucina di tormentoni. “Lo dice la parola stessa” è, appunto, uno dei molti creati dal fine umorista Nino Frassica. Sotto le spoglie del parroco di un inesistente paesino siciliano (Scasazza), il comico rallegrava gli italiani con espressioni riproposte puntualmente ad ogni replica, imboccato da Renzo Arbore, spalla per eccellenza, autore e conduttore del programma. Proprio la reiterazione, l’ostinazione, la riproposizione sistematica di una frase fatta, o una storpiatura di essa – azioni applicabili pure a canzoni, immagini, video – sono alla base del concetto di tormentone, forma espressiva alimentata in passato da radio e tv, oggi sdoganata dai social, moderna fabbrica di passaparola capace di spedire ‘manufatti del tormento’ ovunque. L’idea di tormento derivante da questo ‘martellamento’ è all’origine dell’espressione. E il tormento può essere – “lo dice la parola stessa” – persecutorio, oppure piacevolissimo, applicabile in più campi e dall’efficacia che può sfiorare l’eternità, scopo ultimo del creativo in cerca della pubblicità vincente: chi, pronunciando l’espressione “già fatto?”, non ha pensato almeno per una volta a una siringa? Per incoronare definitivamente il tormento di questa torrida estate 2017 è ancora presto. Tuttavia, un genere vincente c’è già: il reggaeton. Con i suoi oltre tre miliardi (!) di visualizzazioni – record storico – su YouTube, “Despacito” di Luis Fonsi e Daddy Yankee ne è il portabandiera. La canzone è uscita in inverno, ha dominato la primavera ed è ovunque anche in estate. A declinare il genere in chiave italica è l’esotica rapper Baby K, che dopo l’exploit di un paio d’anni fa (“Roma-Bangkok” con Giusy Ferreri) ci riprova con “Voglio ballare con te”, in compagnia di Andres Dvicio. Il tentativo
sta avendo un buon riscontro, parrebbe superiore alla pur godibile “Partiti adesso” proprio dell’ex amica Ferreri. Autore del brano dell’icona di X Factor è Tommaso Paradiso, leader della band rivelazione dell’anno. I Thegiornalisti hanno portato alla ribalta in Italia l’indiepop e con le hit “Pamplona” (condita dal rap di Fabri Fibra) e “Riccione” hanno già lasciato il segno. Ma a portare la firma di Paradiso sono anche altri brani della stagione: “Mi hai fatto fare tardi” di Nina Zilli e soprattutto “L’esercito del selfie” interpretata da Arisa e Lorenzo Fragola. Entrambe dal sapore vintage, fanno da contraltare al modernismo di “Volare” e “Senza pagare” – ai microfoni rispettivamente l’improbabile accoppiata Gianni Morandi con Fabio Rovazzi e quella collaudatissima Fedez e J-Ax. A bissare il successo conseguito all’Ariston ci prova anche Francesco Gabbani con “Tra le granite e le granate”, mentre ad annunciarci che “l’estate è tornata” ci pensa pure Tiziano Ferro in “Lento/veloce”. In quest’estate tricolore è poco lo spazio per gli artisti stranieri. Abbandonati gli scandali, Miley Cyrus convince con la romantica “Malibu”, come piace pure “Something just like this” dei Coldplay con i Chainsmokers. Due infine i gioiellini del pop britannico: la struggente “Symphony” dei Clean Bandit – con la voce della talentuosa Zara Larsson – e la sorprendente “Sign of the times” dell’ex One Direction Harry Styles, che strizza con successo l’occhio a Mick Jagger.