Nell’orbita dei grandi
Il conto alla rovescia per la nuova stagione di Lnb è entrato nel suo vivo. Coach Jan Cadieux testa i ‘suoi’ Ticino Rockets.
Biasca – Giorni di sudore, e parecchio, per i Ticino Rockets. Non tanto per la canicola estiva, quanto per l’intensa marcia di avvicinamento al nuovo campionato cadetto. «Da un paio di settimane a questa parte abbiamo intensificato gli allenamenti con una media di due sedute al giorno – chiarisce l’head coach Jan Cadieux –. È un lavoro duro, ma indispensabile per gettare le basi di una buona squadra».
‘Ogni elemento del gruppo è responsabile in prima persona per la sua crescita’
Quanto buona lo diranno poi i risultati. Ma a Jan Cadieux che stanno a cuore non sono solo i risultati, intesi come quelli prettamente sportivi: «Affidandomi le redini della squadra mi hanno dato una precisa consegna: far crescere il gruppo come entità, e ogni suo singolo elemento. Lo sviluppo prima che il risultato insomma». Archiviata la carriera da giocatore (passata anche da Lugano), Cadieux ha fatto la sua gavetta di allenatore dapprima alla transenna degli Juniores del Friborgo, e poi a quella delle selezioni nazionali U18 e U19. «In riva alla Sarine il mio incarico principale era appunto quello di preparare i giocatori al prospettato salto di categoria, di iniziarli al mondo dei “grandi”. Durante quel periodo ho pure funto da terzo alle-
natore della prima squadra: una grande opportunità per la mia carriera di head coach». Nonché l’ideale biglietto da visita con cui presentarsi alla corte dei Rockets: «Le esperienze con le selezioni rossocrociate sono state la prosecuzione di quanto facevo a Friborgo. E lo stesso, a grandi linee, si può dire per quest’avventura a Biasca». Dopo un mese di ghiaccio, che impressioni si è fatto Cadieux della sua squadra? «C’è un buon potenziale. Ma c’è anche tanto lavoro da fare: dalla passata stagione sono cambiati diversi volti. Ognuno, nessuno escluso, deve rimboccarsi le maniche: io posso fare la mia parte, ma anche i singoli giocatori devono fare la loro. Ognuno è direttamente responsabile per la sua crescita personale. È fondamentale che i giocatori recepiscano questo messaggio». Per sfondare servono i numeri, ma non solo: pure la testa conta parecchio... «Già, e in questo senso per le mani ho un bel gruppo: ho visto all’opera gente che lavora con serietà e stringe i denti». La BiascArena, in queste settimane, è pure il campo-base della preparazione dell’Ambrì Piotta: come viene vissuta la convivenza? «Capita di dover fare qualche... dribbling per evitare di sovrapporci, ma questa situazione per noi rappresenta pure un’opportunità: allenandosi praticamente assieme ai giocatori di Lna, i miei ragazzi hanno la possibilità di rendersi conto di cosa manchi loro per fare il grande salto. Questo può aprire gli occhi ai giovani che vogliono sfondare».