Educazione Civica, una necessità
Fra i temi in votazione il prossimo 24 settembre vi è l’iniziativa popolare sull’insegnamento della civica nelle scuole, che il Gran Consiglio ha deciso di concretizzare mediante una modifica della vigente legge. Personalmente trovo che la soluzione adottata dopo infiniti tira-e-molla sia poco soddisfacente. Ritengo infatti che la regolamentazione prevista attualmente, adottata una quindicina di anni fa – ma rimasta in genere sulla carta – sarebbe tuttora preferibile. Anziché creare una mini-materia a sé, con una propria mini-valutazione, secondo me (e secondo le indicazioni date a suo tempo dal Rapporto commissionale adottato del Parlamento), dell’insegnamento in oggetto dovrebbero farsi carico, a seconda dei temi, tutte le materie già esistenti. Purtroppo, come detto, tale indicazione è rimasta in larga misura lettera morta. È quindi inutile rimpiangere ora ciò che avrebbe dovuto essere, ma non è stato! Non mi entusiasma neppure che il tema venga sottoposto a votazione (col rischio quindi di rimettere tutto in gioco) solo perché il comitato d’iniziativa si è rifiutato di ritirare la stessa, dopo che il Parlamento ha adottato un “testo conforme” accettato dai promotori medesimi. Credo tuttavia che al cittadino questi aspetti interessino poco, e che non interessino granché neppure le risentite reazioni di coloro che affermano essere la situazione attuale già ottimale, per cui non vi sarebbe nulla da cambiare. Anche le polemiche di chi accusa l’iniziativa di spingere al nozionismo, e i suoi autori di voler glorificare acriticamente il sistema politico svizzero, sono probabilmente destinate a lasciare il tempo che trovano. Al di là di tutte queste disquisizioni, verosimilmente il cittadino interpreterà il testo sottoposto a votazione in modo molto semplice. La domanda che appare sulla scheda di voto verrà cioè così interpretata: “Volete che la scuola insegni come funzionano le istituzioni del nostro Stato?”. E se compito della scuola, come già la intendeva Stefano Franscini, è quello di formare i cittadini di domani, non vedo proprio come si possa rispondere di no!