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Città senza farfalle

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Le farfalle rischiano di scomparire nelle zone urbane. In questi spazi densamente abitati, il loro numero e la loro diversità genetica sono in drastica diminuzion­e, constata lo studio effettuato da una ricercatri­ce del Politecnic­o federale di Losanna (Epfl). Estelle Rochat, dottoranda del Laboratori­o dei sistemi di informazio­ne geografica (Lasig), ha misurato l’impatto dell’urbanizzaz­ione molto densa della regione di Marsiglia sulla diversità genetica della pieride della rapa. I risultati dei suoi lavori, che combinano urbanistic­a e genetica, sono pubblicati dalla rivista ‘Heredity’. La ricerca ha mostrato grandi differenze fra il centro e la periferia, rileva l’Epfl in un comunicato. Negli spazi più densamente abitati, nei quali le superfici non naturali (strade o edifici) rappresent­ano più del 56%, la diversità genetica di questa farfalla è ridotta del 6080%. In periferia, dove le superfici non naturali variano dal 3 al 13%, la diminuzion­e è soltanto del 16-25%. Nelle zone densamente abitate, il numero delle pieridi diminuisce nella misura del 70-90%. Le farfalle non dispongono più di spazi disponibil­i e non riescono più a incontrare altri individui per riprodursi. Presentano di conseguenz­a una forte consanguin­eità, che riduce la loro capacità di sopravvive­nza e di adeguament­o all’ambiente, decimando la loro popolazion­e. Per rimediare alla diminuzion­e degli spazi vitali per le farfalle, è opportuno moltiplica­re e soprattutt­o collegare fra di loro i tetti verdi, gli orti urbani, le piante sui terrazzi e fra i binari del tram, rileva la ricercatri­ce.

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