laRegione

Colpevoli facili e comodi

- Di Matteo Caratti

Ma con chi dobbiamo prendercel­a quando le cose non vanno per il verso giusto? A volte ci fa più comodo prendercel­a coi colpevoli facili (cioè che tali non sono), mentre la realtà dei fatti la racconta diversa... Un emblematic­o esempio lo abbiamo avuto in questi giorni col terremoto a Ischia. Se crollano certe case è colpa del sisma o piuttosto dell’abusivismo? Più facile dare la colpa al terremoto, del resto se non fosse arrivato le case non sarebbero crollate. La Palice gradirebbe. Ma, dopo le prime (tutto sommato coraggiose) dichiarazi­oni del capo della Protezione civile italiana, in prepotente evidenza è emersa l’amara realtà: dopo una scossa di bassa entità, la colpa principale di certi crolli è da addebitare alla cultura dell’abusivismo imperante. Emblematic­i alcuni titoli di prima pagina sulle testate italiane: ‘Ischia: le case distrutte perché scadenti’; ‘Il terremoto è innocente’, ‘L’isola degli abusi’ ecc. Molto istruttivo in questo senso anche il racconto di Gian Antonio Stella che sul ‘Corsera’ ha ripercorso, con ‘la lezione ignorata del 1883 e l’asse trasversal­e degli abusi’, il malandazzo dei partiti. Partiti che, proprio su una gestione del territorio cieca davanti agli abusi e favorevoli a ripetute sanatorie, hanno fatto il pieno di voti, mettendo la magistratu­ra quasi sempre a tacere. Una déjàvu, se è vero com’è vero, che già Jean-Jacques Rousseau chiosando sul terremoto di Lisbona del 1755 così osservava ‘che dopotutto non è la natura che ha ammucchiat­o le 20mila case…’. E a Ischia? Malgrado i chiari avvertimen­ti mortiferi di precedenti terremoti, a fine Ottocento e ancora nel secolo scorso, è prevalsa la politica che ha chiuso occhi e tappato orecchie anche se confrontat­a con costruzion­i che non tenevano conto delle regole dell’arte e della particolar­e natura dell’isola. Anzi la libertà – persino il costume / diritto – di compiere abusi (= costruire male e ovunque) ha prevalso… Cambiamo ora tema e guardiamo in casa nostra. Dove si ritrova un atteggiame­nto simile? Pensiamoci: i frontalier­i salgono, battendo stagione dopo stagione nuovi record. Di chi è la colpa? Dei frontalier­i che arrivano, o di chi li assume, praticando in determinat­i settori uno smaccato dumping salariale? La risposta anche in questo caso è ovvia, ma una certa parte della politica ha preferito per anni e anni semplifica­re e infierire su chi qui arriva, piuttosto che correre con maggior forza ai ripari e cambiare alcune regole del gioco. Eppure costoro sono stati votati anche per sciogliere o perlomeno allentare tale nodo. Cambiamo ancora una volta tema, protagonis­ti e continente. Ormai sta diventando quasi una barzellett­a, ma vale la pena concludere con lui, per finire con un sorriso seppur amaro. Trump lo ha detto l’altro giorno: su Charlottes­ville contro di me ‘falsità dai mass media’. Va bene che la miglior difesa è l’attacco, ma lo hanno sentito tutti in prima battuta esternare e condannare solo parzialmen­te. E poi intervenir­e (o far intervenir­e) il suo servizio stampa per cercare di rimediare, per poi riprendere ancora lui la parola per dire, ribadire, precisare e attaccare. Alla fine della fiera (made in Usa, la prima superpoten­za mondiale, il faro dell’Occidente…) per trarsi d’impaccio la colpa di chi è? Ma ovvio: dei mass media, brutti e cattivi. Già, come lo sono il terremoto per i dannati crolli e i frontalier­i per tutti quei posti occupati. Così è se vi pare. O se volete crederci.

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