Salario minimo, c’è posta per il consulente giuridico
C’è posta per il consulente giuridico del Consiglio di Stato. Per riprendere a sbrogliare la matassa del salario minimo il governo ha infatti deciso, nella seduta di mercoledì, di chiedere a Francesco Catenazzi di aggiornare il rapporto relativo all’applicazione dell’iniziativa costituzionale dei Verdi ‘Salviamo il lavoro in Ticino’. Di aggiornarlo in modo da chiarire in particolare un punto: andrà previsto un unico salario minimo o ne vanno stabiliti di differenziati a seconda del ramo economico. Perché in fondo rimane quella la prima domanda alla quale si dovrà trovare risposta. Anche dopo i pareri del gruppo di lavoro formato da sindacati, padronato e iniziativisti – gruppo che sembrava prediligere una paga minima per tutti –, anche dopo la sentenza del Tribunale federale che ha recentemente ‘benedetto’ la soluzione trovata a Neuchâtel. «Quella sentenza è d’importanza capitale. Tuttavia – rileva il presidente del governo Manuele Bertoli – non è direttamente applicabile» all’iniziativa dei Verdi. In parole povere: non si può fare ‘copia e incolla’, dato che quella legge d’applicazione «risponde a una casistica neocastellana che non è del tutto uguale alla nostra», norma costituzionale compresa. «Siamo – conclude quindi Bertoli – in fase di approfondimenti». E il primo approfondimento fa per l’appunto così: minimo salariale unico oppure salari minimi per settore? Domanda non nuova e che porta ad altre domande. Per esempio: se li si vuole differenziati, cambieranno a seconda della professione che una persona svolge. E quindi si entra nell’ambito dei rapporti economici tra dipendente e datore di lavoro, regolati dalle normative federali, su tutte il Codice delle obbligazioni. Il Cantone può deliberare in tale campo? Se del caso, qual è il margine di manovra? E poi attenzione: il principio costituzionale votato dai ticinesi parla esplicitamente di salari minimi differenziati. È possibile aggirarlo con un’unica asticella sotto la quale non si può andare? Se ne saprà di più con l’aggiornamento del rapporto di Catenazzi. Che verosimilmente porterà a decisioni che porteranno ad altre domande. E da lì a scelte politiche sulle quali probabilmente, alla fine, si esprimeranno i giudici.