laRegione

Viaggio per l’Isis, sarà giudicata

La Procura federale accusa una 30enne di essersi voluta unire ai combattent­i jihadisti La donna con passaporto rossocroci­ato voleva recarsi in Siria. Rimandata in Svizzera, era poi stata arrestata. Si è radicalizz­ata su internet.

- Ats/red

Il Ministero pubblico della Confederaz­ione (Mpc) ha rinviato a giudizio davanti al Tribunale penale federale (Tpf) una 30enne svizzera, accusandol­a di viaggi a finalità jihadiste. Alla donna viene contestata la violazione della legge federale che vieta i gruppi Al-Qaida e Stato islamico (Isis) nonché le organizzaz­ioni associate. Già in febbraio, per un caso analogo, il Tribunale federale (Tf) aveva condannato un uomo a 18 mesi con la condiziona­le. Attualment­e la Procura federale ha aperto 60 procedimen­ti penali legati al terrorismo. Stando a una nota dell’Mpc diramata ieri, è assodato che nel dicembre 2015 l’imputata abbia viaggiato illegalmen­te col figlio, allora di 4 anni, dall’Egitto in Grecia, per recarsi successiva­mente, attraversa­ndo la Turchia, in Siria, in modo da unirsi ai combattent­i dell’Isis. Le autorità elleniche le avevano impedito di proseguire il viaggio e al suo arrivo in Svizzera all’aeroporto di Zurigo, nel gennaio 2016, era stata arrestata. L’Mpc chiederà dunque la condanna dinanzi al Tpf di Bellinzona per la donna, domiciliat­a nell’area di Zurigo. Ai radiogiorn­ali della Ssr il portavoce dell’Mpc André Marty ha affermato che la presunta jihadista si è radicalizz­ata in maniera autonoma, informando­si su internet. Al momento non si trova in detenzione preventiva, mentre suo figlio è accudito dalla famiglia. Per un caso analogo, in febbraio il Tf – confermand­o una sentenza di primo grado – aveva giudicato colpevole uno svizzero-libanese che nell’aprile 2015 voleva unirsi all’Isis, ma era stato arrestato al momento dell’imbarco allo scalo di Kloten. All’uomo era stata inflitta una pena di 18 mesi con la condiziona­le. Le manette ai polsi del 27enne, cresciuto a Winterthur (Zh), erano scattate il 7 aprile 2015 all’aeroporto di Zurigo mentre si apprestava a salire su un aereo per Istanbul, in Turchia, anch’egli con l’apparente intenzione di unirsi ai combattent­i dell’Isis in Siria. Nella sua sentenza l’Alta corte aveva affermato che il Tpf aveva giustament­e ritenuto che la partenza per la Siria, e quindi per la jihad, abbia avuto un grande effetto propagandi­stico. Attualment­e sono 60 i procedimen­ti penali legati al terrorismo aperti dalla Procura federale. La maggior parte concerne attività di propaganda. Alla fine del 2016, 497 utenti internet erano tenuti sotto controllo dal Servizio delle attività informativ­e della Confederaz­ione (Sic) per la diffusione di materiale a sostegno dell’ideologia jihadista. Sono invece 89, di cui 30 con passaporto svizzero, le persone che hanno intrapreso viaggi in nome di questa causa.

 ?? TI-PRESS ?? La presunta jihadista comparirà davanti al Tpf di Bellinzona
TI-PRESS La presunta jihadista comparirà davanti al Tpf di Bellinzona

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland