Soldi e partiti, Svizzera sempre ‘non conforme’
Il ‘Greco’ rilancia le critiche: resta ‘insufficiente’ l’attuazione delle raccomandazioni
La Svizzera continua a non ottemperare alle disposizioni del Gruppo di Stati contro la corruzione (Greco) del Consiglio d’Europa sulla trasparenza nel finanziamento dei partiti. Anche il quarto rapporto intermedio del Gruppo, come i precedenti, rileva che la Confederazione non ha ancora attuato le sue raccomandazioni. Intanto la Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale propone al plenum di adottare un progetto per aumentare la trasparenza in parlamento. Il Greco continua a giudicare “globalmente insufficiente” l’attuazione da parte della Svizzera delle sue raccomandazioni. Nel suo rapporto, pubblicato ieri dall’Ufficio federale di giustizia (Ufg), esso “si rammarica ancora una volta del fatto che il governo federale abbia ribadito, sostenuto dalle decisioni del Consiglio nazionale, la volontà di non legiferare sulla trasparenza del finanziamento dei partiti e delle campagne elettorali”. “Permane pertanto la procedura di non conformità nei confronti del nostro Paese”, scrive in una nota diramata ieri l’Ufg, indicando che il Greco invita Berna a sottoporgli un nuovo rapporto entro fine marzo 2018. L’organismo del Consiglio d’Europa ripone ormai le sue speranze nell’iniziativa popolare “Per più trasparenza nel finanziamento della politica”, lanciata nell’aprile 2016 e promossa da esponenti del Ps, dei Verdi, del Pbd e del Partito evangelico. Il Greco si augura che essa offra “l’occasione per avviare un dibattito pubblico sulla questione in grado di sbloccare la situazione e di mettere fine all’eccezione svizzera”.
Più trasparenza in Parlamento
Maggiore trasparenza è richiesta anche in Parlamento. Ieri la Commissione delle istituzioni politiche del Nazionale ha proposto al plenum, con 16 voti a 8 e 1 astensione, di adottare un progetto che concretizza una serie di iniziative parlamentari in tal senso. Dovrebbe essere trattato nel corso della sessione invernale delle Camere. Con 12 voti a 11 chiede di sostenere una proposta di Marianne Streiff-Feller (Partito evangelico/Be), in base alla quale i deputati, a meno che non siano professionalmente indipendenti, dovranno indicare nel registro pubblico degli interessi anche i propri datori di lavoro. Con le norme attuali in molti casi le relazioni d’interesse risultanti da tali attività rimangono nascoste, precisa una nota dei servizi del Parlamento diramata ieri. La commissione sostiene anche un’iniziativa di Alfred Heer (Udc/Zh) che propone di istituire un registro pubblico dei viaggi ufficiali all’estero dei parlamentari. Con 15 voti contro 8, la commissione si dichiara inoltre favorevole al fatto che documenti importanti delle commissioni siano resi sempre più accessibili all’opinione pubblica, come chiesto da Thomas Minder (Indipendenti/Sh).