Al Brennero pochi profughi. E i militari
Controlli notturni su auto e treni. Flussi in netto calo, ma l’Austria è in campagna elettorale.
Ansa
Con un’operazione svoltasi quasi in sordina, l’Austria per la prima volta ha messo in azione i militari per il controllo dei migranti lungo l’asse del Brennero. Nel corso della notte alcuni soldati, insieme alla polizia regionale del Tirolo, hanno controllato centinaia di automobili, furgoni e autobus lungo l’autostrada A13, a 25 chilometri dal valico con l’Italia. Per poter svolgere i controlli, sono state chiuse le carreggiate dell’autostrada che conduce in Baviera all’altezza del casello di Schoenberg, all’imbocco del ponte Europa. Analogo intervento più tardi lungo la linea ferroviaria del Brennero, con controlli notturni ai convogli provenienti da Sud. A bordo di un treno proveniente da Bolzano e diretto a Monaco di Baviera sono stati trovati sei africani, due donne e quattro uomini, nascosti sul pianale di un carro cisterna carico di gas liquido. Come ha riferito la polizia austriaca, i quattro sono stati trovati intirizziti per il freddo e prima di essere controllati sono stati rifocillati dagli agenti. A gettare benzina sul fuoco è stato poi il ministro degli Interni austriaco Wolfgang Sobotka: la sospensione dei controlli di frontiera all’interno dell’area Schengen – ha detto – è ammissibile soltanto qualora vi sia un «adeguato» controllo delle frontiere esterne dell’Europa. Finché il controllo di queste frontiere non sarà attuato, ha aggiunto il ministro, non vi sarà modo di evitare «misure di carattere nazionale». Le frasi di Sobotka si inseriscono all’interno della campagna elettorale in atto ormai da mesi in Austria in vista delle elezioni del 15 ottobre. Né i Popolari, partito nel quale milita Sobotka, né i socialdemocratici, che attualmente formano la coalizione di governo a Vienna, intendono infatti cedere terreno su questo tema sensibile, considerato nel Paese il cavallo di battaglia della destra populista del partito liberal-nazionale. Ci si è messo anche il ministro degli Esteri Sebastian Kurz (Popolari). “L’Austria deve essere nella posizione di decidere chi può entrare nel Paese e chi no”, ha scritto il giovane leader in un intervento apparso su vari giornali. Le parole dei politici indicano un certo allarme, le cifre invece no. Secondo dati diffusi in questi giorni, infatti, i migranti entrati in Austria sono in netto calo già dal 2016.