Boccata d’ossigeno per l’industria
L’indebolimento del franco non deve essere considerato un evento acquisito, avverte Swissmechanic. Nonostante la ripresa e l’aumento delle esportazioni svizzere, le aziende dell’industria meccanica, elettrotecnica e metallurgica rimangono prudenti nei loro investimenti. Secondo un’inchiesta realizzata fra i membri dell’organizzazione padronale, il 27% delle aziende non dispone di crediti sufficienti per gli investimenti indispensabili. Il 26% degli intervistati non ha invece voluto esprimersi sulla questione, indica Swissmechanic. Il franco rimane infatti sotto pressione. Il corso attuale della moneta elvetica può aumentare molto rapidamente ed è mantenuto basso artificialmente. Affermare già adesso che l’economia elvetica va di nuovo bene è “illusorio e lontano dalla realtà”, indica l’associazione. La metà delle Pmi in Svizzera non richiede prestiti bancari e solo il 35% utilizza tale fonte di finanziamento. Una quota molto inferiore rispetto ai Paesi limitrofi (52% in Italia, 49% in Francia, 48% in Austria e 45% in Germania). Proprio ieri l’Ufficio federale di statistica (Ust) ha reso noto che il settore secondario si mostra in forte accelerazione, dopo due trimestri deboli: nel periodo aprilegiugno la produzione delle aziende attive nel ramo dell’industria e della costruzione è aumentato – su base annua – del 3,4%, la progressione più marcata dai primi tre mesi del 2013. Disaggregando i dati risulta che la produzione della sola industria è cresciuta in aprile (+5,7%), ha registrato un calo in maggio (-3,9%) per poi beneficiare di un balzo in giugno (+7,6%). Sull’arco del trimestre la progressione del segmento è stata del 2,9%.