Niente Tour de Suisse in città
Il sindaco Marco Borradori: ‘Decisione unanime dettata dalla ragione, non certo dal cuore’
Il Municipio rinuncia alla ghiotta occasione a causa della concomitanza con il mondiale di calcio e con il congresso delle Raiffeisen
«Un vero peccato, la decisione è stata presa all’unanimità senza alcuna recriminazione ma con molto rammarico da parte di tutto il un Municipio. Una decisione dettata dalla ragione e dal buon senso, non certo dal cuore». Parola di Marco Borradori, sindaco di Lugano chiamato a spiegare la rinuncia alle due tappe finali del Tour de Suisse 2018 il 16 e il 17 giugno in città. La scelta si fonda sul rapporto dei servizi dell’Amministrazione giunto a Palazzo Civico mercoledì. Un rapporto, prosegue il sindaco, «che abbiamo voluto approfondire incontrando ieri mattina le persone che lo hanno allestito e cercando ogni spiraglio praticabile per riuscire a organizzare le tappe». Invano. Sul piatto della bilancia, le ragioni a favore della manifestazione non hanno retto il confronto con le posizioni contrarie. «In questi casi, tutto è opinabile, si può sbagliare o aver ragione e ci sarà sempre qualcuno che contesterà la decisione» aggiunge Borradori che sottolinea come questa occasione «ce la siamo trovati “tra capo e collo”». In altre parole, all’ultimo momento. La decisione, adottata comunque a malincuore, è quella di non accettare la proposta giunta dalla direzione della principale gara agonistica su due ruote della Svizzera. Gli organizzatori avevano infatti sollecitato Palazzo Civico dopo che la città di San Gallo si era a sua volta ritirata. Avete forse percepito che Lugano fosse una soluzione di riserva per il Tour? «Questo aspetto ha giocato il suo ruolo, c’era infatti chi ha sostenuto che la città avrebbe fatto da tappabuco – osserva il sindaco –. Sostengo che in certi casi val la pena saltare anche sul treno in corsa. Però, in questa circostanza, l’impegno per l’organizzazione in relativamente poco tempo e senza una pianificazione, probabilmente avrebbe dato risultati inferiori alle attese».
Indotto e immagine non son bastati
Ma non avreste potuto rinunciare piuttosto, per un paio di giorni, al Villaggetto con maxischermo che proietterà le partite dei mondiali di calcio in piazza Manzoni? «Abbiamo valutato anche questa possibilità – risponde Borradori –. Il punto è che quelle date coincidono con la fase iniziale dei mondiali e quel sabato sono in programma quattro partite e potrebbe scendere in campo anche la nazionale svizzera. Senza dubbio, le persone avranno voglia di vederle. Questo ridurrebbe la visibilità del Tour de Suisse che, in altri momenti, avrebbe un grosso seguito». L’opzione di organizzare i due eventi in concomitanza avrebbe creato problemi. Ancora il
sindaco: «Le forze dell’ordine ci hanno fatto sapere che sarebbe stato difficile gestire la mobilità e contemporaneamente salvaguardare la sicurezza che in questo periodo è un tema delicato». Pur confermando la vocazione sportiva della Città e il grande interesse a sostenere le manifestazioni dedicate alle diverse
discipline – in particolare il ciclismo – nemmeno le ricadute finanziarie e d’immagine hanno fatto cambiare idea al Municipio, che sarebbe stato confrontato con 80mila franchi di spese per il Tour e circa 100mila per la logistica. In quei giorni ci sarà inoltre un grande evento che al Palazzo dei congressi
riunirà i delegati di tutte le banche Raiffeisen della Svizzera. Un evento già agendato che impone un grosso sforzo organizzativo e logistico. Da considerare anche la vicinanza temporale con il Gran premio ciclistico Città di Lugano che precederebbe la gara nazionale solo di due settimane.