Stand di tiro, ricorso al Tram
Stand di tiro di Bidogno: era nell’aria ed è stato puntualmente inoltrato il ricorso al Tribunale amministrativo cantonale (Tram) contro il diniego, da parte del Consiglio di Stato, dell’effetto sospensivo a proposito alla decisione del Municipio di Capriasca, che aveva precedentemente deciso la sospensione delle attività al poligono. Ce lo conferma l’avvocato Paolo Tami, presidente della società Franchi tiratori. Sulla questione di merito, ossia le attività al poligono vietate in virtù della legge edilizia, il presidente del governo cantonale Manuele Bertoli non si è invece ancora espresso. Allo stesso modo, anche la procedura edilizia non è stata evasa. Come si ricorderà, l’associazione aveva presentato una domanda di costruzione che prevede la copertura totale (tetto compreso ricoperto da un prato) dello stand con quattro linee di tiro. Una domanda volta a ridurre considerevolmente i rumori provocati dagli spari. «Siamo stati mal interpretati – osserva il presidente dei Franchi tiratori –. Contro la domanda ci sono state diverse opposizioni tuttora pendenti a Bellinzona». Eppure, prosegue l’avvocato Tami, oltre alla chiusura del tetto, «il progetto contempla anche la copertura dei tre lati lasciando aperta solo la parte davanti, dov’è comunque previsto un corridoio di tre/quattro metri che avrebbe silenziato e canalizzato il rumore verso la valle evitando così la possibilità che possa salire verso le case del nucleo di Bidogno». In altre parole, la ‘casa’ del tiratore si sarebbe trovata come dentro a un tubo. Per la realizzazione, basterebbe tagliare solo qualche albero. Le spese dell’intervento sarebbero anticipate dalla società che avrebbe poi diritto a un rimborso in base all’ordinanza sul tiro fuori dal servizio e a diverse leggi federali.