laRegione

Stand di tiro, ricorso al Tram

- Di Alfonso Reggiani

Stand di tiro di Bidogno: era nell’aria ed è stato puntualmen­te inoltrato il ricorso al Tribunale amministra­tivo cantonale (Tram) contro il diniego, da parte del Consiglio di Stato, dell’effetto sospensivo a proposito alla decisione del Municipio di Capriasca, che aveva precedente­mente deciso la sospension­e delle attività al poligono. Ce lo conferma l’avvocato Paolo Tami, presidente della società Franchi tiratori. Sulla questione di merito, ossia le attività al poligono vietate in virtù della legge edilizia, il presidente del governo cantonale Manuele Bertoli non si è invece ancora espresso. Allo stesso modo, anche la procedura edilizia non è stata evasa. Come si ricorderà, l’associazio­ne aveva presentato una domanda di costruzion­e che prevede la copertura totale (tetto compreso ricoperto da un prato) dello stand con quattro linee di tiro. Una domanda volta a ridurre considerev­olmente i rumori provocati dagli spari. «Siamo stati mal interpreta­ti – osserva il presidente dei Franchi tiratori –. Contro la domanda ci sono state diverse opposizion­i tuttora pendenti a Bellinzona». Eppure, prosegue l’avvocato Tami, oltre alla chiusura del tetto, «il progetto contempla anche la copertura dei tre lati lasciando aperta solo la parte davanti, dov’è comunque previsto un corridoio di tre/quattro metri che avrebbe silenziato e canalizzat­o il rumore verso la valle evitando così la possibilit­à che possa salire verso le case del nucleo di Bidogno». In altre parole, la ‘casa’ del tiratore si sarebbe trovata come dentro a un tubo. Per la realizzazi­one, basterebbe tagliare solo qualche albero. Le spese dell’intervento sarebbero anticipate dalla società che avrebbe poi diritto a un rimborso in base all’ordinanza sul tiro fuori dal servizio e a diverse leggi federali.

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TI-PRESS Le attività restano sospese

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