laRegione

Suicidio assistito, una questione di Pr

Il Municipio di Chiasso ricorda che l’eventuale pratica deve essere fuori zona abitata

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In Svizzera l’assistenza al suicidio è ammessa. Lo ricorda il Municipio di Chiasso sollecitat­o da un’interrogaz­ione di Giorgio Fonio (Ppd). Nella risposta, l’esecutivo illustra nel dettaglio il quadro giuridico legato al suicidio assistito, “tema di grande attualità in tutta la Svizzera” ma non fornisce numeri relativi ai casi praticati nella cittadina di confine. Quando non avviene per motivi egoistici codificati nella giurisprud­enza, “in Svizzera l’assistenza al suicidio è ammessa” e l’interessat­o “deve prendere da solo la sostanza che provocherà il decesso”. Diritto e decisione di porre fine ai propri giorni “devono essere suffragati dalla prescrizio­ne di un medico per la sostanza” secondo le direttive dell’Accademia svizzera delle scienze mediche. Normative specifiche non sono ancora state emanate ad alcun livello “poiché si fa riferiment­o a quanto esposto”. Ne consegue quindi che “non occorrono autorizzaz­ioni di alcun tipo, oltre a quanto descritto, se con queste si intendono quelle di tipo medico o infermieri­stico, fermo restando che è notorio che chi si occupa di questo settore opera di solito nell’ambito di determinat­e associazio­ni”. L’unica autorizzaz­ione che entra in linea di conto “è quella edilizia, atta a verificare la conformità con il Piano regolatore nel senso che, allo stato attuale, l’operato di un’associazio­ne attiva in questo settore è stato ritenuto dalla giurisprud­enza non compatibil­e con una funzione residenzia­le di una zona abitativa, a causa delle immissioni di natura immaterial­e che la stessa può generare”. La sede dell’associazio­ne deve insomma essere fuori zona abitativa. “Verso la fine di quest’inverno sono state per breve tempo attive a Chiasso due associazio­ni. Una era precedente­mente attiva a Melano dove aveva smesso per la stessa ragione di incompatib­ilità di zona di Piano regolatore come a Chiasso; l’altra ha avviato ma non ha atteso la conclusion­e della procedura edilizia”. Rispondend­o a un’interrogaz­ione di Marco Ferrazzini (Us-I Verdi), nelle scorse settimane (cfr. ‘laRegione’ del 20 luglio) il Municipio aveva fatto sapere che negli istituti sociali del comune la pratica del suicidio assistito è garantita da anni ai residenti che esprimono la volontà e nel rispetto di determinat­e condizioni contenute nelle direttive dell’Associazio­ne degli istituti sociali e di cura svizzeri.

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