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‘Dal derby i primi segnali’

Per la prima volta da 14 anni, Regazzoni ha lasciato il profession­ismo, ma non le ambizioni: ‘Vogliamo le finali’

- Di Sascha Cellina

Poteva Alberto Regazzoni, dopo oltre quattordic­i anni passati nell’élite del calcio rossocroci­ato (comprese tre convocazio­ni con la Nazionale maggiore), lasciare di punto in bianco la sua più grande passione? No, certo, così quando al termine della scorsa stagione si è chiuso non senza qualche turbolenza il suo rapporto con il Chiasso, e nonostante una nuova impegnativ­a sfida lavorativa all’orizzonte, il 34enne ha trovato nel Mendrisio la soluzione ideale per continuare a fare quello che ama di più: giocare a calcio. «A Chiasso sono stato bene per quasi tutti i tre anni e mezzo di permanenza – mette in chiaro l’ex giocatore di (oltre ai rossoblù) Lugano, Sion, Young Boys e San Gallo –, anche se devo ammettere che l’ultima stagione non è stata semplice, soprattutt­o per le difficoltà finanziari­e del club. Io ero il capitano, i giovani venivano da me per chiedere informazio­ni e a volte non sapevo proprio cosa rispondere. In ogni caso arriva un momento nella vita, specie quando si ha famiglia (è papà di un bimbo di quattro anni e di una bambina di un anno, ndr), in cui le priorità cambiano e bisogna fare delle scelte. In questo senso mi si è presentata un’occasione importante a livello profession­ale e a settembre comincerò a lavorare come consulente assicurati­vo per l’Helvetia Assicurazi­oni, il che non mi avrebbe più permesso di giocare a livello profession­istico. Insomma, per svariati motivi non c’erano più i presuppost­i per continuare a Chiasso, mi dispiace solo che la mia avventura in rossoblù sia finita con i sette minuti di Sciaffusa e la sostituzio­ne dovuta

all’espulsione di Guatelli. Dopodiché, la dirigenza mi ha comunicato che per me non ci sarebbe più stato spazio e tanti saluti». Come detto però il “Rega” ha trovato nella formazione del gruppo 3 di Prima Lega «una soluzione che mi permette di continuare a giocare a calcio a un buon livello. Nelle prime due partite ero un po’ sottotono, mentre nell’ultima ho giocato molto bene. Avevo bisogno di accumulare minuti, visto anche che nelle ultime settimane della scorsa stagione non ero più sceso in campo. A prescinder­e da quello che posso dare sul terreno da gioco però il mio ruolo – assieme agli altri giocatori più esperti,

come Cataldo – è aiutare i diversi giovani in squadra a crescere. E a Mendrisio c’è l’ambiente ideale per farlo».

Domani la sfida con l’Acb

Partita con i pareggi contro Eschen/Mauren (0-0 in casa) e Seuzach (1-1 in trasferta) e proseguita con la vittoria davanti al pubblico amico sul San Gallo II (2-1), la stagione dei momò vivrà un primo momento importante domani, con il derby al Comunale di Bellinzona (calcio d’inizio alle 18.30)... «Abbiamo iniziato la stagione un po’ così così, ma nell’ultimo turno è arrivato il primo

successo che dà fiducia e slancio per affrontare al meglio il derby. Affrontiam­o una squadra molto ambiziosa, che grazie a un ottimo mercato si è rafforzata rispetto allo scorso anno. Lo stesso però vale per noi, non ci nascondiam­o, vogliamo finalmente riuscire a raggiunger­e le finale promozione, obiettivo che il Mendrisio insegue invano ormai da diversi anni. In questo senso la sfida con i granata darà segnali importanti in un duello che potrebbe andare avanti per tutta la stagione, perché oltre a noi e ai granata ci sono altre squadre forti in campionato, ma i posti per le finali sono solo due». Gli ultimi derby giocati da Regazzoni sono stati i quattro match tra Chiasso e Lugano del campionato 2014/2015 (tre sconfitte e un successo, quest’ultimo proprio grazie a un suo gol)... «Giocare un derby è sempre particolar­e. Queste sfide solitament­e richiamano un bel po’ di gente in più rispetto alle partite normali e questo personalme­nte mi dà molta carica. I derby sono una sorta di festa per il calcio ticinese e ora che il Lugano è in Super League e il Chiasso in Challenge, Acb-Mendrisio rappresent­a un appuntamen­to importante per i calciofili del nostro cantone».

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INFOGRAFIC­A LAREGIONE / TI-PRESS/D. AGOSTA A Mendrisio il 34enne ha trovato la situazione ideale per conciliare sport e lavoro

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