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Un doppio Sì alla previdenza vecchiaia 2020

- Di Martin Candinas, consiglier­e nazionale Ppd

Sono passati ormai 70 anni dall’introduzio­ne dell’Avs. Se nei suoi primi cinquant’anni è stata oggetto di revisione in dieci occasioni, da ormai vent’anni – a causa di disgraziat­e alleanze o di bocciature in votazione popolare – non ha più subito revisioni. È dunque chiara la necessità di uscire da questa situazione di stallo, sostenendo un compromess­o che ci permette di compiere un importante passo nella giusta direzione. Una riforma si impone per evitare che le finanze delle nostre assicurazi­oni sociali sprofondin­o e le rendite, attuali e future, vengano messe in pericolo. La riforma della previdenza vecchiaia 2020 risana nel contempo il primo e il secondo pilastro. Senza le misure proposte nel 2030 verranno a mancare nelle casse dell’Avs circa 9 miliardi di franchi. Il fondo di compensazi­one non sarebbe più in grado di finanziare le rendite attuali. Considerat­a la prognosi è quindi fondamenta­le intervenir­e immediatam­ente. Questo non solo nell’interesse dei futuri beneficiar­i, ma anche dei pensionati di oggi per evitare che le rendite attuali vengano messe sotto pressione. Cosa contempla la riforma della previdenza vecchiaia 2020? L’età di pensioname­nto di uomini e donne verrà armonizzat­a a 65 anni. Inoltre, l’aliquota di conversion­e della previdenza profession­ale verrà abbassata dall’attuale 6,8% al 6%. La riduzione tocca solo le rendite future e non ha alcuna ripercussi­one su quelle correnti. Le conseguenz­e per i pensionati dell’avvenire vengono equilibrat­e per il tramite di misure nell’ambito del secondo pilastro e nel primo pilastro con un aumento di 70 franchi al mese della rendita. Le due misure illustrate da sole dovrebbero essere sufficient­i per dimostrare come quella su cui siamo chiamati ad esprimerci è una vera e propria riforma. Per essere giusta una riforma del sistema previdenzi­ale deve basarsi sul principio che tutti – giovani e anziani, donne e uomini, poveri e ricchi – vi apportino il proprio contributo. La riforma su cui voteremo il 24 settembre rispetta questo principio grazie al ruolo determinan­te del Ppd. Sono convinto che ad essere fuori luogo siano, invece, sia le pretese della sinistra di aumentare le rendite per miliardi di franchi, sia quelle di Udc e Plr che vorrebbero sottomette­re al Popolo una riforma focalizzat­a sulle riduzioni senza tenere nella dovuta consideraz­ione il diritto di ogni singolo ad avere una previdenza vecchiaia sicura. Per il Ppd era importante trovare il giusto equilibrio fra finanze stabili e buone condizioni quadro per le nostre Pmi e giustizia sociale. Per il nostro Paese quella della previdenza 2020 è una delle riforme più importanti degli ultimi decenni. Dopo vent’anni di discussion­i, dibattiti e votazioni senza risultati, abbiamo finalmente una soluzione equilibrat­a per l’intera previdenza vecchiaia. La riforma renderà le nostre assicurazi­oni sociali più giuste, più solidali e più stabili. La sicurezza sociale è un’immensa conquista del nostro Paese, con la quale non si può giocare politicame­nte. Per questi motivi è con la massima convinzion­e che invito a votare un doppio Sì alla previdenza vecchiaia 2020 il prossimo 24 settembre.

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