Il Libano concede una tregua ai miliziani dell’Isis per riavere i corpi di otto soldati rapiti nel 2014
Sono stati trovati in un’area al confine con la Siria i corpi di otto dei nove soldati libanesi catturati dai jihadisti dell’Isis nel 2014 insieme ad altri 21 commilitoni. Da tre anni non se ne sapeva più nulla ma ormai le speranze che fossero ancora vivi erano quasi nulle. Sei cadaveri sono già stati recuperati, altri due vengono cercati nella stessa zona mentre sull’ultimo rapito non sembrano esserci indicazioni chiare. L’annuncio è stato fatto nel pomeriggio di ieri dalle forze di sicurezza di Beirut dopo che stamattina alle 7 era scattato il cessate-il-fuoco a tempo indeterminato. Ciò in base ad un accordo che permetteva ai miliziani dell’Isis, in rotta dopo l’offensiva scatenata una settimana fa dai libanesi e dagli Hezbollah sciiti, di allontanarsi verso i territori della Siria orientale. In cambio, era stato detto, sarebbero state fornite informazioni sui soldati rapiti. Nel pomeriggio il capo della sicurezza nazionale libanese Abbas Ibrahim ha precisato che i corpi di otto militari erano già stati trovati, che indossavano ancora le loro divise e che per la definitiva identificazione saranno effettuate analisi del Dna. La vicenda del tragico sequestro risale all’agosto del 2014 quando centinaia di miliziani dell’Isis e del Fronte al-Nusra attraversarono il confine e si riversarono sulla città libanese di Arsal, nella valle della Bekaa. Solo dopo diversi giorni di sanguinosi combattimenti si ritirarono ripiegando in territorio siriano, ma portarono con sé trenta soldati e poliziotti libanesi.