Alle medie una materia separata dalla storia e con voto distinto
L’iniziativa popolare – primo firmatario Alberto Siccardi, imprenditore vicino alla destra – è stato firmata da ben 10’462 cittadini convinti che va potenziata l’educazione dei giovani alla cittadinanza. Depositata il 27 marzo 2013, sono seguiti quattro anni di discussioni – anche vivaci – e dibattiti, sino all’approvazione parlamentare di un compromesso (se non vogliamo chiamarlo controprogetto) che di fatto soddisfa quasi completamente le richieste degli iniziativisti. La decisione dello scorso 29 maggio adottata dal Gran Consiglio, infatti, ha modificato la legge sulla scuola in particolare con l’introduzione del nuovo articolo 23a (con soli 9 contrari e 4 astenuti). Cosa dice? È presto detto. Il testo inserito precisa che l’educazione civica “alla cittadinanza e alla democrazia dovrà essere insegnata quale materia a sé stante alla scuola media, dove oggi si insegna ‘storia e civica’. Per quanto invece riguarda le scuole post obbligatorie, essa [la civica, ndr] dovrà essere inserita quale insegnamento all’interno delle discipline previste dai piani di studio”. Dunque in quest’ultimo caso non è stata accordata la materia specifica, ed è l’unico aspetto non concordante con l’iniziativa popolare. Perché in tutti i casi a questa materia o a questo insegnamento obbligatorio “andrà dedicata una dotazione oraria pari ad almeno due ore mensili e andrà attribuita una nota distinta dove ciò non è in contrasto con il diritto federale o intercantonale”. Prevista una fase di transizione, per due anni, durante la quale si faranno tutte le valutazioni del caso con informazione dei risultati ottenuti al Gran Consiglio. Gli iniziativisti vogliono così rimediare ad alcune lacune che, a loro avviso, sono state evidenziate anche dallo studio Supsi del febbraio 2012. E restano convinti, pur accettando il compromesso approvato dal parlamento, che su questo tema debba comunque esprimersi il popolo. Da qui la volontà di mantenere l’iniziativa anche se, come detto, sarebbero venuti meno i presupposti contenutistici, sostanziali. Gli oppositori ritengono inutile e dannoso separare la civica dalla storia e invitano i cittadini a votare no il 24 settembre.