Alpiq non venderà le sue centrali
Alpiq rinuncia a vendere una parte delle sue centrali idroelettriche. Il produttore e fornitore di elettricità vodese-solettese voleva ridurre la sua dipendenza nei confronti dei prezzi dell’elettricità sui mercati all’ingrosso e ridare basi più solide e durevoli alla produzione idroelettrica deficitaria, ha ricordato ieri il gruppo. Ma i criteri definiti – prezzo, condizioni contrattuali e sicurezza della transazione – non sono stati soddisfatti. Il presidente della Commissione dell’energia del Consiglio nazionale (Capte), Stefan Müller-Altermatt (Ppd/So), si dice soddisfatto della decisione di Alpiq. Era chiaro che la cessione, viste le condizioni di mercato odierne, sarebbe stata difficile, ha spiegato Müller-Altermatt. Il fatto che Alpiq voglia portare avanti il comparto è positivo. Il presidente della Capte respinge però come insostenibile la motivazione avanzata dal gruppo, secondo cui i potenziali acquirenti temono i rischi di natura normativa del settore. Alpiq ha reso noto ieri di aver registrato nel primo semestre 2017 una perdita – al netto di fattori straordinari – di 5 milioni di franchi contro un utile di 41 milioni di un anno prima. Nella nota, Alpiq attribuisce le sue difficoltà alla debolezza dei prezzi all’ingrosso e all’arresto della centrale nucleare di Leibstadt. ATS