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India, 20 anni di carcere per il guru violentato­re Equivoco e annunciato ricorso evitano violenze

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Due condanne a dieci anni da scontare consecutiv­amente per altrettant­i stupri, 15 anni fa, di due giovani seguaci, e 40mila euro di multa. È la pena decisa in primo grado dal giudice di un tribunale della polizia criminale (Cbi) a Rohtak, nello Stato di Haryana, per il guru indiano Gurmeet Ram Rahim, leader dell’associazio­ne socio-spirituale Dera Sacha Sauda. Quando venerdì il magistrato aveva annunciato il verdetto di colpevolez­za, i seguaci del ‘Messaggero di Dio’ si erano abbandonat­i a violenze non solo in Haryana, ma anche nei vicini Stati di Punjab e Rajasthan, e perfino nella capitale New Delhi. Il bilancio di alcune ore di inferno è stato di 38 morti, oltre 350 feriti, mille arresti e gravissimi danni materiali. Ieri però, almeno fino a sera inoltrata, tali manifestaz­ioni di hooliganis­mo non si sono ripetute, vuoi per il dispiegame­nto di polizia intorno al quartier generale dell’associazio­ne a Sirsa e in molte altre località, vuoi anche per l’appello fatto domenica dal premier Narendra Modi a non usare la violenza per motivi religiosi. Ma forse la moderazion­e dei seguaci del guru è scaturita dal fatto che in mattinata si era diffusa la notizia di una condanna a ‘soli’ dieci anni, quando la difesa delle vittime, e la maggior parte dei media, avrebbero preteso per lui un ergastolo, visto che esistono anche notizie di decine di altri stupri che l’uomo avrebbe compiuto. In più, per placare gli animi degli adepti, gli avvocati difensori avevano annunciato un immediato ricorso alle Alte Corti di Haryana e Punjab. ANSA

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