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Ottimi i primi sei mesi

Per BancaStato raccolta in aumento e utile netto che supera i 30 milioni Anche la concession­e di crediti ipotecari è progredita. ‘Ci sono però segnali di una certa saturazion­e dell’immobiliar­e’, spiega Fabrizio Cieslakiew­icz.

- Di Generoso Chiaradonn­a

I primi sei mesi dell’anno si sono chiusi in modo più che positivo per BancaStato. L’utile netto è in forte progressio­ne (+12,7%) a oltre 30 milioni di franchi. Il totale della cifra di bilancio cresce di 104 milioni e supera i 12,2 miliardi di franchi in particolar modo grazie all’importante aumento dei crediti ipotecari che si attestano a oltre 8,5 miliardi (+345,6 milioni, pari a +4,2%). Anche i patrimoni gestiti sono in crescita di 455,5 milioni a 10,8 miliardi di franchi (+4,4%). I ricavi netti sono cresciuti del 5,4% e superano quota 92 milioni. La parte principale di questa cifra la fanno i ricavi da operazioni su interessi che segna una progressio­ne del 3,5% a 65,5 milioni di franchi. In aumento anche i costi di esercizio (+6,9%) attestando­si a 50 milioni. Nonostante ciò il risultato d’esercizio è progredito del 20,1% a 38,3 milioni, 8 dei quali attribuiti alle riserve per rafforzare la solidità della banca. Dei dati abbiamo parlato con Fabrizio

Cieslakiew­icz, Ceo dell’istituto di credito cantonale da quasi due mesi.

BancaStato registra ancora risultati in forte crescita. In una situazione difficile per il settore finanziari­o voi andate per certi versi controcorr­ente.

Non c’è alcun particolar­e segreto se non un grande lavoro di ‘messa a punto’ svolto negli anni precedenti. BancaStato è cambiata molto negli ultimi anni. Bernardino Bulla, mio predecesso­re e attuale presidente del Consiglio di amministra­zione, mi ha consegnato una banca in splendida forma. Durante la sua dirigenza l’istituto ha effettuato una vera e propria ‘cura tonificant­e’. Ha adottato una nuova piattaform­a informatic­a, varato nuovi processi operativi molto più snelli e ha fatto in modo di raggiunger­e il dimensiona­mento ideale in termini di unità di personale. Redditivit­à ed efficienza ne hanno giovato. Vi è stato, dunque, un importante sforzo interno. Ma non dimentichi­amoci che tutto questo non darebbe frutti se i ticinesi non avessero fiducia nella loro banca cantonale. I risultati ottenuti sono in primo luogo l’attestazio­ne di tale fiducia: abbiamo lavorato tanto per guadagnarc­ela e i nostri sforzi sono tutti focalizzat­i a meritarcen­e sempre di più.

Anche la crescita dei crediti ipotecari, almeno nella prima metà dell’anno, è continuata a ritmi sostenuti tanto che ora il totale supera gli 8,5 miliardi di franchi. Da più parti si preconizza un rallentame­nto del settore immobiliar­e. Come valuta la situazione? Si è giunti ormai a ‘tetto’?

I tassi ipotecari sono ancora molto bassi e attrattivi per chi nutre il sogno di comprare o costruire un’abitazione. Il settore immobiliar­e è dunque ancora in crescita anche se vi è da dire che ha rallentato mostrando sintomi di una certa saturazion­e. Un indicatore in tal senso è il tasso di abitazioni vuote, in aumento negli ultimi anni. Difficile dire se siamo o meno vicini a un giro di boa, e questo perché non ci troviamo in un contesto ‘tradiziona­le’: i tassi di riferiment­o negativi ostacolano infatti il riequilibr­io della domanda e dell’offerta poiché per molti investitor­i, in primis quelli istituzion­ali, il mattone resta particolar­mente appetibile in quanto non intravvedo­no possibilit­à di investire la propria liquidità in maniera redditizia e sicura come appunto può esserlo l’immobiliar­e.

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