laRegione

‘Velkommen tilbake’

Partiti il 9 agosto da Bergen, il ‘bentornati’ è nella lingua dei fiordi

- Di Beppe Donadio

Giovanni e Gionata a casa con un giorno d’anticipo, dopo un lungo viaggio ‘certificat­o’ dall’Ambasciata Norvegese con sede a Losone

Ad attendere la coppia Soldati-Graber all’entrata dell’Albergo Losone ci sono proprio tutti. Familiari, amici, amici stretti, alcuni strettissi­mi come Lara, che aspetta l’arrivo del suo Gionata. Ci parla lei per prima della Norvegia, quella girata insieme a lui tempo fa dalle parti di Capo Nord. E di Bergen, da dove il viaggio dei due amici è cominciato lo scorso 9 agosto. “Prima di partire mi ha lasciato il suo telefono cellulare”, ci racconta. Tanto per capire in quale modo Gionata affronta le imprese sportive (e da quanto i due non si vedono). Ad accogliere i ciclisti c’è anche Diego Glaus, titolare di un albergo che è anche sede dell’Ambasciata Norvegese. Il neo console (cfr. ‘laRegione’ del 24 giugno) è il primo a porgere la mano; nell’altra stringe una bandiera norvegese, a corredo degli scatti ufficiali. «Ho un’invidia buona per quello che questi ragazzi hanno fatto», esordisce Glaus. «Mi ci rivedo, sono cose che non si dimentican­o», aggiunge. E racconta: «Io e un amico partimmo alla loro età con una vecchia Renault, carica di biciclette, canoe e attrezzatu­ra da sub. Una sera pescammo una trota da un laghetto alpino, 20 metri sopra la spiaggia; scendendo, raccogliem­mo mirtilli e un paio di cozze dalla roccia. Grigliata, sole di mezzanotte e due orche che ti passano davanti e la Norvegia non te la scordi più». Ma di quella terra e di quel popolo, il console ci

tiene a sottolinea­re soprattutt­o «gli alti valori morali e l’idea di investire ricchezze sul prossimo». Non ultima, la mobilità lenta: «Prendiamo esempio da loro, e avremo una qualità di vita migliore». Giovanni e Gionata hanno ricordi e pensieri comuni. «Le condizioni atmosferic­he ci hanno aiutato, ma con il vento è stata dura», dice il primo, che ancora non realizza quanto successo. La sintonia dei due si conferma quando, a proposito del viaggio appena concluso, chiediamo loro di indicarci il posto più bello e il prossimo

obiettivo. Gionata, istantaneo, risponde «la Svizzera». Giovanni gli fa eco: «Per chi pedala, davvero non c’è scenario migliore». Le donazioni per i bimbi di Katmandu, nel frattempo, restano aperte fino alla metà di settembre. C’è ancora tempo, dunque, per far sì che i bambini della capitale nepalese possano godere di una settimana di trekking, lontani dalla dura quotidiani­tà del posto. In cambio, i bimbi spediranno una cartolina dalla loro città, una per ognuno dei benefattor­i che faranno

pervenire l’offerta sul conto di Kam for Sud, Ong con sede a Locarno. Quanto a cartoline, Giovanni e Gionata sono stati più veloci delle poste internazio­nali, che solo ieri hanno recapitato le ultime. La storia dei 20 giorni attraverso l’Europa, e i dati per contribuir­e alla giusta causa, sono disponibil­i su www.laregione.ch/a/cartoline. Lì c’è tutto, compreso il video del tuffo dei due amici – biciclette incluse – nelle “fredde acque norvegesi” di Losone. Velkommen tilbake ragazzi, bentornati a casa.

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Cartoline dall’Europa: in quella centrale, da sinistra, Graber, il console Diego Glaus e Soldati

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