Lugano, i numeri dicono...
Solo il Lucerna fa meglio come possesso palla (56,6% contro 53,3%). Per i bianconeri 21 partite nei prossimi 92 giorni.
Sette punti con Andrea Manzo, 10 con Paolo Tramezzani, 8 con Pier Tami. Questi i responsi delle prime sei partite degli ultimi tre cicli. Considerato il rocambolesco esito del confronto (e mezzo) con il San Gallo, si può dire che l’attuale Lugano viaggia grossomodo alla stessa andatura che in primavera gli aveva permesso di guadagnare la qualificazione diretta alla fase a gironi di Europa League. A essere radicalmente mutato, però, è il sistema di gioco implementato da Tami. Un calcio di sicuro più ambizioso, con tanto possesso palla che evidenzia le qualità tecniche, spesso sottovalutate, dei singoli. Un gioco veloce, moderno e a tratti anche spettacolare. Intendiamoci, la parola “contropiede” non è una bestemmia, soprattutto quando i risultati arrivano (nel calcio, in definitiva, sono l’unico metro di giudizio), grazie a giocatori tagliati su misura per quel tipo di gioco. Ma proprio come i calciatori, anche i tifosi apprezzano il possesso palla. Che – si è soliti supporre – è pure la miglior forma di difesa, perché come diceva un tecnico che ha avuto la sfortuna di dovermi allenare nel calcio regionale, «se teniamo il pallone per 90’ alla peggio portiamo a casa un punto...».
Ma non sempre avere il pallone tra i piedi porta alla vittoria
Ma le cifre sono soggette alle più svariate interpretazioni. Prendiamo, ad esempio, quelle delle prime sei giornate dell’attuale stagione e paragoniamole con le prime sei della gestione Manzo e le prime sei dell’era Tramezzani. Un anno fa a fronte di un possesso palla del 45,6%, il Lugano di Manzo aveva subito 11 reti, esattamente quante ne aveva incassate Tramezzani con un possesso del 48,5%. Tami ha fatto decisamente meglio: il Lugano ha controllato il pallone il 53,3% del tempo e ha incassato soltanto sei reti. Quello del possesso palla è senza dubbio un dato statistico interessante, per quanto lungi dal rappresentare una verità dottrinale. Per il momento, in Super League soltanto una squadra sta facendo
meglio del Lugano: il Lucerna con il 56,6% (e un picco del 74% contro il Gc). Ma veniamo alla seconda possibile chiave di lettura. Delle venti partite sin qui chiuse con un vincitore e non con un pareggio, soltanto 10 sono andate a beneficio delle squadre con un maggiore possesso palla (Gc-San Gallo si era chiusa 50 a 50). E proprio il Lugano, dominatore del pallone dalla 2ª alla 5ª giornata (con un ottimo 54% a Basilea) ha firmato quella che è la sua vittoria più bella sabato contro il Thun al quale ha concesso il 55% di manovra. Esattamente l’opposto di quanto
successo nel recupero contro il San Gallo, quando i bianconeri avevano dominato l’avversario dall’alto di un ottimo 66%, salvo poi incassare il gol decisivo a pochi minuti dal termine. Al di là dei numeri raccolti palla al piede, la squadra di Tami ha mostrato un costante crescendo nel gioco e nel rendimento complessivo. Con il trascorrere delle settimane, elementi fondamentali quali Mariani e Sabbatini hanno ritrovato le migliori sensazioni e anche in attacco qualcosa si sta muovendo, con Gerndt che inizia a conoscere e a dialogare con i compagni e Marzouk ancora
acerbo, ma capace di mettere in mostra un potenziale più che interessante. Dal mercato è arrivato un elemento di esperienza e classe quale Ledesma, ma non la punta tanto attesa. In Super League la squadra ha dimostrato di potersela cavare benissimo anche con i giocatori attualmente in rosa, in Europa l’assenza di un bomber potrebbe farsi sentire. Considerando i numerosi impegni che attendono i bianconeri da qui a dicembre (12 partite di Super League, 6 di Europa League e tre di Coppa Svizzera per un totale di 21 in 92 giorni, vale a dire una ogni 4,38 giorni...) il vero punto di domanda è rappresentato dalla panchina. Finora il Lugano ha schierato 19 giocatori, ma l’undici titolare è rimasto praticamente invariato: occorre capire se quando infortuni, squalifiche e cali di forma costringeranno Tami ad attingere alla panca, i prescelti sapranno essere all’altezza. Per il momento, dunque, il bilancio del nuovo Lugano è ampiamente positivo, ma la sentenza definitiva giungerà soltanto il prossimo 19 maggio. La strada è ancora lunga e lastricata di trabocchetti, per cui come ama ripetere Tami, piedi per terra e sotto a lavorare...