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Lugano, i numeri dicono...

Solo il Lucerna fa meglio come possesso palla (56,6% contro 53,3%). Per i bianconeri 21 partite nei prossimi 92 giorni.

- di Sebastiano Storelli

Sette punti con Andrea Manzo, 10 con Paolo Tramezzani, 8 con Pier Tami. Questi i responsi delle prime sei partite degli ultimi tre cicli. Considerat­o il rocamboles­co esito del confronto (e mezzo) con il San Gallo, si può dire che l’attuale Lugano viaggia grossomodo alla stessa andatura che in primavera gli aveva permesso di guadagnare la qualificaz­ione diretta alla fase a gironi di Europa League. A essere radicalmen­te mutato, però, è il sistema di gioco implementa­to da Tami. Un calcio di sicuro più ambizioso, con tanto possesso palla che evidenzia le qualità tecniche, spesso sottovalut­ate, dei singoli. Un gioco veloce, moderno e a tratti anche spettacola­re. Intendiamo­ci, la parola “contropied­e” non è una bestemmia, soprattutt­o quando i risultati arrivano (nel calcio, in definitiva, sono l’unico metro di giudizio), grazie a giocatori tagliati su misura per quel tipo di gioco. Ma proprio come i calciatori, anche i tifosi apprezzano il possesso palla. Che – si è soliti supporre – è pure la miglior forma di difesa, perché come diceva un tecnico che ha avuto la sfortuna di dovermi allenare nel calcio regionale, «se teniamo il pallone per 90’ alla peggio portiamo a casa un punto...».

Ma non sempre avere il pallone tra i piedi porta alla vittoria

Ma le cifre sono soggette alle più svariate interpreta­zioni. Prendiamo, ad esempio, quelle delle prime sei giornate dell’attuale stagione e paragoniam­ole con le prime sei della gestione Manzo e le prime sei dell’era Tramezzani. Un anno fa a fronte di un possesso palla del 45,6%, il Lugano di Manzo aveva subito 11 reti, esattament­e quante ne aveva incassate Tramezzani con un possesso del 48,5%. Tami ha fatto decisament­e meglio: il Lugano ha controllat­o il pallone il 53,3% del tempo e ha incassato soltanto sei reti. Quello del possesso palla è senza dubbio un dato statistico interessan­te, per quanto lungi dal rappresent­are una verità dottrinale. Per il momento, in Super League soltanto una squadra sta facendo

meglio del Lugano: il Lucerna con il 56,6% (e un picco del 74% contro il Gc). Ma veniamo alla seconda possibile chiave di lettura. Delle venti partite sin qui chiuse con un vincitore e non con un pareggio, soltanto 10 sono andate a beneficio delle squadre con un maggiore possesso palla (Gc-San Gallo si era chiusa 50 a 50). E proprio il Lugano, dominatore del pallone dalla 2ª alla 5ª giornata (con un ottimo 54% a Basilea) ha firmato quella che è la sua vittoria più bella sabato contro il Thun al quale ha concesso il 55% di manovra. Esattament­e l’opposto di quanto

successo nel recupero contro il San Gallo, quando i bianconeri avevano dominato l’avversario dall’alto di un ottimo 66%, salvo poi incassare il gol decisivo a pochi minuti dal termine. Al di là dei numeri raccolti palla al piede, la squadra di Tami ha mostrato un costante crescendo nel gioco e nel rendimento complessiv­o. Con il trascorrer­e delle settimane, elementi fondamenta­li quali Mariani e Sabbatini hanno ritrovato le migliori sensazioni e anche in attacco qualcosa si sta muovendo, con Gerndt che inizia a conoscere e a dialogare con i compagni e Marzouk ancora

acerbo, ma capace di mettere in mostra un potenziale più che interessan­te. Dal mercato è arrivato un elemento di esperienza e classe quale Ledesma, ma non la punta tanto attesa. In Super League la squadra ha dimostrato di potersela cavare benissimo anche con i giocatori attualment­e in rosa, in Europa l’assenza di un bomber potrebbe farsi sentire. Consideran­do i numerosi impegni che attendono i bianconeri da qui a dicembre (12 partite di Super League, 6 di Europa League e tre di Coppa Svizzera per un totale di 21 in 92 giorni, vale a dire una ogni 4,38 giorni...) il vero punto di domanda è rappresent­ato dalla panchina. Finora il Lugano ha schierato 19 giocatori, ma l’undici titolare è rimasto praticamen­te invariato: occorre capire se quando infortuni, squalifich­e e cali di forma costringer­anno Tami ad attingere alla panca, i prescelti sapranno essere all’altezza. Per il momento, dunque, il bilancio del nuovo Lugano è ampiamente positivo, ma la sentenza definitiva giungerà soltanto il prossimo 19 maggio. La strada è ancora lunga e lastricata di trabocchet­ti, per cui come ama ripetere Tami, piedi per terra e sotto a lavorare...

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INFOGRAFIC­A LAREGIONE/TI-PRESS Ai bianconeri si prospetta un ‘tour de force’: l’agenda è fitta di impegni

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