laRegione

Non siamo nel Paese dei balocchi

- Di Alfonso Reggiani

Una strada senza uscita che, prima o poi, verrà riaperta. Ma il compito toccherà ancora ai tribunali. Fra ricorsi, controrico­rsi, denunce. Tanto, troppo rumore, mentre ad andarci di mezzo sono stati gli utenti, rimasti sbalorditi e, a rischio, ci sono cinque posti di lavoro. Quella capitata lunedì, nel primo giorno di scuola, alla Media di Pregassona è una situazione anomala. Kafkiana. Fuori dall’istituto, presidiato dalla polizia, ad attendere gli allievi c’erano ben nove bus. Ma quelli delle Arl Sa sono rimasti vuoti. Pur sapendo di non poter svolgere il servizio, la direzione li ha inviati lo stesso. La vicenda è agli onori della cronaca da venerdì, quando l’azienda con sede a Viganello ha dichiarato guerra a Manuele Bertoli, direttore del Decs, con il primo infuocato comunicato. Eppure, l’azienda il cui azionista di maggioranz­a è peraltro il Cantone (Dipartimen­to del territorio), con una quota del 42%, ed è rappresent­ata da anche da un deputato ed un ex deputato in parlamento, sapeva bene che non sarebbe stata presa in consideraz­ione. Perché? Dapprima perché l’autunno scorso ha ricevuto la disdetta del mandato di trasporto da e per la scuola media di Pregassona dal Consiglio di Stato che ha messo a concorso la tratta per risparmiar­e, poi perché non è firmataria del contratto collettivo di lavoro (Ccl) del settore. Nel primo bando c’era però un errore: mancava l’attestazio­ne della commission­e paritetica sul rispetto del Ccl. Errore riparato con la seconda pubblicazi­one fra maggio e giugno. Ma le Arl non hanno fornito la documentaz­ione richiesta e hanno pure presentato ricorso al Tribunale amministra­tivo cantonale che ha concesso l’effetto sospensivo. Da qui, in attesa della sentenza, la decisione di dare incarico diretto per quattro mesi, alle tre aziende che hanno partecipat­o all’ultimo concorso. Anche il Decs non è dunque esente da responsabi­lità, per i ritardi dovuti, almeno in parte a errori procedural­i. Ma c’è un altro aspetto da chiarire: i trasporti scolastici non sottostann­o ad alcuna concession­e federale. L’obbligo, per asilo ed elementare, è di competenza comunale, per la media tocca al Cantone. Il Decs spende circa dieci milioni di franchi all’anno per il trasporto degli allievi nelle 35 sedi e i concorsi pubblici hanno ottenuto i tanto agognati risparmi. Fa specie che ci siano parlamenta­ri (leghisti) che da una parte li rivendican­o, dall’altra gridano allo scandalo quando rappresent­ano le Arl. Ma non siamo nel Paese dei balocchi... E continuiam­o ad interrogar­ci sulla disaffezio­ne della cittadinan­za verso la politica.

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