Minorennni, un dossier aperto che ‘stressa’
C’è un vuoto, nei servizi dell’Organizzazione sociopsichiatrica cantonale, che non trova contenuto: il trattamento rivolto ai giovani pazienti. In particolare i minorenni che, in fase acuta, oggi vengono ricoverati all’Ospedale Civico di Lugano o alla Clinica psichiatrica di Mendrisio. Con le precedenti pianificazioni non si è giunti a nulla di concreto e dunque ci si riprova, con la nuova per il periodo 2019-2022. Le lacune attuali, più volte segnalate dagli operatori del Servizio medico psicologico (Smp), sono sotto gli occhi di tutti coloro che vogliono vedere. Anche perché – si osserva nel documento della Commissione del personale inviato lo scorso maggio alla Direzione Osc – il disagio sociale è in continuo aumento; “una precarietà di solidi legami relazionali mette a repentaglio lo sviluppo di tutti quei ragazzi e di quelle ragazze che da soli non riescono a far fronte alle pressioni del crescere”. Premesso che sarebbe necessario un intervento più marcato nel territorio, gli operatori degli Smp giudicano “desolante” l’attuale situazione dei giovani ricoverati alla Clinica psichiatrica, perché adolescenti a contatto con adulti in gravi condizioni psichiatriche e fra l’altro “lasciati inattivi per gran parte del giorno” e certo “non protetti a sufficienza dalla presenza di visitatori o di altri pazienti”. Così dunque non si può continuare. Quale alternativa? Un ospedale o un Centro psico-edecativo come propone il Consiglio psichiatrico cantonale? Bene sarebbe rafforzare la presenza sul territorio, come detto, e comunque non separare la prestazione dei servizi e dunque la presa a carico, magari tramite “uno spazio terapeutico residenziale” che potrebbe nascere all’interno del villaggio di Casvegno, in una sede adeguata e autonoma.